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A piedi... 2 - Arrivo nella Terra della Storia

Fonte:
CulturaCattolica.it
I giorno di viaggio – 28/12/2008 – Partenza – Milano Malpensa – Tel Aviv – Acri

Arrivo in aeroporto. Imbarco. Un sacco di controlli, come previsto. Non ho troppo timore, troppa emozione. Appena svegliato ho inteso qualcosa, ma ora sono concentrato sui cosiddetti “problemi pratici”.

In coda per l’ultimo cappuccino all’aeroporto noto un bambino e una bambina biondi, sono russi, avranno sette, otto anni in due... somigliano in maniera impressionante a dei miei cari amici. Che cosa mi vuoi dire, Signore, in questa partenza? Forse che non devo censurare nulla, che devo pregare anche per loro? Illuminami Tu.

In volo. Mi sento un po’ stanco, ora si dorme. Poi dovrò affrontare un sacco di problemi “logistici”... Donami Signore di concentrarmi su ciò che sto andando a fare! In realtà non mi rendo ancora conto che sto per toccare le pietre e la polvere toccate da Lui! Il cielo è velato su Malpensa, non sembrerebbe neanche inverno…

Arrivo a Tel Aviv. Nel corso del volo costa frastagliata, tante nuvole e tanta neve sulle montagne, probabilmente i Balcani. Il cielo si fa scuro rapidamente sul mare di nubi. Dopo un po’ che l’aereo ha iniziato a scendere, mi accorgo delle luci costiere davanti al nostro aereo. Bronzee e velate su un mare scuro, sono il primo lembo di Terrasanta che mi è dato di vedere. Pochi minuti e mi si stende un impressionante tappeto di luci... Tel Aviv è la città più luminosa che abbia mai visto, un ribollire impressionante!

Appena prima dei controlli doganali, a un varco, due tizi vestiti da ebrei ortodossi ci dicono in un italiano biascicato: “Benvenuti in Israele”, offrendoci bomboloni alla marmellata. Che strana accoglienza... La dogana, gli inservienti, tutti gentili e sorridenti, tutti cercano di usare quel paio di parole italiane che conoscono... non l’avrei sospettato, sinceramente, pensavo gli israeliani duri e nervosi, soprattutto all’aeroporto... il quale, d’altra parte, è bellissimo e sfavillante. Nell’oscurità il paesaggio fuori si vede poco... le rocce giallastre e la vegetazione che si intravedono mi ricordano la Sicilia. Ho messo piede per la prima volta in vita mia fuori dall’Europa (e non sono mai stato così lontano da casa)!

Ho ricordi di quando sognavo questi luoghi, alle elementari, mentre studiavo la storia, i re ebrei, gli egiziani, i babilonesi... un continuo susseguirsi di battaglie tra la polvere e il sole di deserti pieni di sterpaglie... così mi immaginavo quei tempi remoti, con gli Ebrei sempre buoni e sempre attaccati da tutti... certe cose non cambiano. Da lì, sognavo, era nato tutto, era nata la civiltà, da quelle lotte in quella che, avrei saputo, era la “mezzaluna fertile”, culla di tutta la “civiltà occidentale”, e lì era nata la “vera religione”. Già, lo sapevo allora, ma oggi sono qui e il mio piede calca quelle terre.

- Nel bus che ci sta portando ad Acri, nell’oscurità dico solitariamente il Rosario. Misteri Gloriosi. Intuizione profonda. Amare coloro che non si meritano di essere amati. Totale gratuità, perché in fondo davanti a Dio nessuno di noi si meriterebbe di essere amato. Non c’è, e non ci deve essere un motivo perché si ama, deve divenire evidente con tutti... “perfino i capelli del vostro capo sono contati”.

- Passaggio per la Valle di Armageddo (!), dove avverrà l’ultima battaglia (ma non il Giudizio), scura scura, senza luci, amplissima, lunghissima, solo luci in fondo... nerissima!

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