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18 marzo - ERICH FROMM: contro i regimi totalitari.

ERICH FROMM (Francoforte sul Meno, 23 marzo 1900 – Locarno, 18 marzo 1980), psicoanalista e sociologo tedesco, uno dei maggiori esponenti della Scuola di Francoforte, si oppone sia ai regimi totalitari di ispirazione marxista, sia al regime nazista.
Le sue opere più importanti sono: "Fuga dalla libertà" (1941); "Psicoanalisi e religione" (1950); "Il linguaggio dimenticato" (1951); "Psicoanalisi della società contemporanea" (1955); "L'arte di amare" (1956); "Buddismo, zen e psicoanalisi" (1960); "Marx e Freud" (1962); "Il cuore dell'uomo" (1964 ); "La rivoluzione della speranza" (1968); "Anatomia della distruttività umana" (1973); "Avere o essere" (1976); "Grandezza e limiti della psicoanalisi di Freud" (1979). Soprattutto in "Arte di amare" e "Avere o essere" possiamo trovare strumenti capaci di superare il pensiero diffuso dominante.


In "L'arte di amare", che è la sua opera più nota e più popolare. sostiene che, per ogni individuo l'amore è il modo normale di superare il senso di isolamento e, come desiderio di unione con gli altri, assume una forma specificamente biologica tra l'uomo e la donna. Afferma poi che È ERRATO INTERPRETARE L'AMORE COME UNA RECIPROCA SODDISFAZIONE SESSUALE POICHÉ UNA COMPLETA FELICITÀ SESSUALE SI RAGGIUNGE SOLTANTO QUANDO C'È L'AMORE.

La concentrazione SULLA TECNICA SESSUALE COME SE QUESTA RAPPRESENTASSE LA VIA ALLA FELICITÀ è, egli afferma, una delle molti ragioni per cui l'amore è diventato così raro nella moderna società capitalistica.
Fromm crede che l'amore sia l'unica e soddisfacente risposta al problema dell'esistenza umana.
L'amore non può essere insegnato, bensì deve essere acquisito tramite uno sforzo continuo, disciplina, concentrazione e pazienza, tutte cose che sono difficili per la pressione continua della vita moderna.
Il più importante contributo di Fromm sta nell'accentuazione della dignità e del valore dell'individuo.

A differenza degli psicologi del comportamento, egli non riduce l'uomo ad un comune denominatore di istinti e considera il sesso molto meno importante dell'amore. Le sue idee sulla teoria della pratica dell'amore sono della massima importanza POICHÉ DIMOSTRANO CHE UOMINI E DONNE POSSONO SUPERARE LE PRESSIONI DELLA VITA QUOTIDIANA E LE DIFFICOLTÀ CHE ESSI INCONTRANO QUANDO VOGLIONO FORMARE MATURE RELAZIONI D'AMORE.

"La gente non pensa che l’amore non conti. Anzi, ne ha bisogno; corre a vedere serie interminabili di film d’amore, felice o infelice, ascolta canzoni d’amore; eppure nessuno crede che ci sia qualcosa da imparare in materia d’amore". (pag. 14)

"Rispetto non è timore né terrore; esso denota, nel vero senso dalla parola (respicere = guardare), la capacità di vedere una persona com’è, di conoscerne la vera individualità. Rispetto significa desiderare che l’altra persona cresca e si sviluppi per quello che è. (pag. 39)

Erich Fromm è considerato uno dei maggiori rappresentanti della psicologia post-freudiana. La sua posizione propositiva è stata definita "Socialismo umanistico", utopia di un mondo umano che sappia realizzare le istanze sociali e superare l'alienazione dell'uomo, le spinte a fuggire dalla libertà, che sappia vivere l'amore per la vita.

Insieme a Adorno, Horkheimer e Marcuse diventa uno dei maggiori esponenti della Scuola di Francoforte, che nei primi anni del secondo dopoguerra si afferma nella cultura tedesca.

La nuova corrente di pensiero, fortemente influenzata dal marxismo, si ispira a diverse matrici culturali: la dialettica e la fenomenologia hegeliana, il nichilismo di Nietzsche e di Heidegger, la psicoanalisi di Freud.
La Scuola con il marxismo ha un rapporto tormentato e complesso per motivi sia teorici che pratici poiché respinge il concetto cardine del marxismo del progresso sociale che conduce al consumismo e alla tecnocrazia.

La Scuola si oppone ai regimi totalitari di ispirazione marxista degli anni Cinquanta e Sessanta. Il nucleo originario si costituisce a partire dal 1922 presso l'Istituto per la ricerca sociale di Francoforte, destinato a diventare particolarmente importante quando, nel 1931, ne prende la direzione Max Horkheimer.
Dopo l'avvento del nazismo i componenti della Scuola sono costretti a trasferirsi all'estero, soprattutto negli Stati Uniti d'America e solo alcuni di loro torneranno in Germania alla fine della guerra.
Il compito che la Scuola si prefigge è quello di svolgere ricerche collettive e interdisciplinari, tenendo presenti i metodi della sociologia, della ricerca storica, dell'economia politica e del marxismo.

Oggetto di studio sono le società industriali e i modi di vivere che in esse tendono a realizzarsi. L'indagine è volta ad analizzare l'autoritarismo, il conformismo, l'alienazione che si presentano in forma più o meno latente nelle società industrializzate ed è condotta prendendo in considerazione anche le manifestazioni culturali e in particolare le avanguardie artistiche del Novecento.

La contestazione giovanile del 1968 sembra ispirarsi alla Scuola di Francoforte che in questo periodo suscita pertanto un rinnovato interesse nel mondo della cultura. Di orientamento socialista e materialista, la Scuola ha elaborato le sue teorie e svolto le sue indagini alla luce delle categorie di totalità e dialettica: la ricerca sociale non si dissolve in indagini specializzate e settoriali; la società va indagata come un tutto nelle relazioni che legano gli ambiti economici con quelli culturali e psicologici.

In "Avere o Essere" Fromm propone all'uomo contemporaneo la scelta netta tra due categorie, due progetti di uomo: quella dell'avere, cioè possedere, o quella dell'essere, cioè realizzare i bisogni più profondi dell'uomo.

a) Avere: modello tipico della società industrializzata, costruita sulla proprietà privata e sul profitto che porta all'identificazione dell'esistenza umana con la categoria del possesso. Io sono le cose che possiedo, se non possiedo nulla la mia esistenza viene negata. In tale condizione l'uomo possiede le cose ma è vera anche la situazione inversa e cioè le cose possiedono l'uomo. L'identità personale, l'equilibrio mentale si fonda sull'avere le cose.

b) Essere: ha come presupposto la libertà e l'autonomia che finalizza gli sforzi alla crescita e all'arricchimento della propria interiorità. L'uomo che si riconosce nel modello esistenziale dell'essere non è più alienato, è protagonista della propria vita e stabilisce rapporti di pace e di solidarietà con gli altri.

Fromm ritiene dunque necessario attuare una nuova società, fondata sull'essere, liberata dalla categoria dell'avere, che garantisca, a livello politico e nell'ambito del lavoro, la partecipazione democratica di tutti gli uomini.