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31 agosto - MARCELLO CANDIA. E' possibile vivere da imprenditore senza subordinare tutto al profitto

Fonte:
CulturaCattolica.it
La sua vita di imprenditore, può essere da noi indicata come esemplare per chi voglia capire la profondità del cambiamento cui la recente Enciclica "Laudato si" in continuità con la precedente “Caritas in veritate” ci spingono. La naturalezza e la semplicità con la quale sono da lui fatte le scelte fondamentali non ci debbono trarre in inganno: quel che ci viene testimoniato è il faticosissimo agire nella società capitalista, accettandone i meccanismi di funzionamento, ma non assumendo il profitto come fine ultimo, anzi affermando una finalità ultima (amore nella verità) che le è estranea e che – a lungo andare – la cambierà.


“Ritengo che a chi ama nulla sia difficile”. Cicerone, Orator, X.

Marcello Candia (Portici, 27 luglio 1916 – Milano, 31 agosto 1983) è stato un imprenditore e missionario italiano.

Dopo tre lauree (chimica, farmacia, biologia), e dopo una venticinquennale attività di industriale, vendette la sua brillante azienda, leader nella produzione di anidride carbonica, per costruire un ospedale a Macapá, sul Rio delle Amazzoni, e iniziare un'intensa attività caritativa e missionaria che lo portò a fondare e finanziare 14 opere: ospedali, lebbrosari, centri sociali nelle favelas, due conventi di clausura, una scuola per infermiere e un centro di accoglienza per handicappati.
Nel 1991 è iniziato il processo di beatificazione. Postulatore della causa è il padre missionario e giornalista Piero Gheddo.

Nasce a Portici, presso Napoli, dove la famiglia si era temporaneamente trasferita da Milano per lavoro, terzogenito di cinque figli.
Dal padre Camillo, spirito laico ma tollerante, eredita le capacità imprenditoriali, dalla madre, Luigia (Bice) Mussato, la fede cattolica e l'amore per il prossimo. È la madre che da bambino lo accompagna in chiesa e talvolta lo porta con sé nella sua opera di assistenza ai poveri, nell'ambito della San Vincenzo. Nel 1933 mamma Bice muore prematuramente, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore del figlio diciassettenne.

Marcello consegue tre lauree, in chimica, farmacia e biologia, e inizia l'apprendistato nell'azienda paterna.
La seconda guerra mondiale lo vede chiamato alle armi, al ritorno si prodiga in numerose iniziative missionarie, con l'instancabile zelo che lo accompagnerà per tutta la vita.
Dopo avere aiutato gli ebrei e i perseguitati politici, nel 1945 accoglie i deportati che rientrano dalla Germania; nello stesso anno collabora con Elda Scarzella Mazzocchi alla creazione del “Villaggio della madre e del fanciullo”, poi fonda la rivista “La missione” e successivamente, con monsignor Giovanni Battista Montini e Giuseppe Lazzati, collabora alla nascita del Collegio degli studenti d'Oltremare.
Nel 1947 fonda a Milano l'Unione Medici Missionari italiani e, successivamente, l'Associazione Laici in Aiuto delle Missioni.

Negli anni cinquanta matura in lui la decisione di diventare missionario laico; nel 1961 vende l'azienda ereditata dal padre e, insieme a Monsignor Aristide Pirovano, vescovo del luogo, inizia la costruzione di un grande ospedale a Macapà, in Brasile, sul Rio delle Amazzoni, dove si trasferisce definitivamente nel 1965. L'ospedale, intitolato a San Camillo e a San Luigi per onorare la memoria dei genitori, inaugurato ufficialmente nel 1970, è la prima di numerose opere, comprendenti ospedali, lebbrosari, centri sociali e di accoglienza, oltre a conventi e scuole: è in queste strutture che la gente bisognosa di assistenza vede la possibilità di una salvezza prima negata.
Ricordiamo tra gli altri: il Centro Sociale e la casa di preghiera “Nossa Senhora da Paz” per il lebbrosario di Marituba; il Centro Sociale per il lebbrosario di Prata; i Carmeli di Macapà e Belo Horizonte.

Nel 1975 il più diffuso settimanale illustrato brasiliano, Manchete, gli dedica un articolo dal titolo "L'uomo più buono del Brasile". Nello stesso anno dona l'ospedale di Macapà ai Camilliani, per garantirne la continuità dopo la sua morte. Nel 1980 avviene l'incontro con papa Giovanni Paolo II, durante la visita del Pontefice al lebbrosario di Marituba.
Nel 1982 istituisce la “Fondazione Dottor Marcello Candia”, tuttora operante.
Nel 1983 rientra molto malato dal Brasile e muore il 31 agosto a Milano, circondato dall'affetto dei familiari. La tomba, inizialmente collocata nel cimitero di Chiaravalle alle porte della città, si trova ora nella chiesa milanese degli Angeli Custodi, che fu la sua parrocchia.

Il 12 gennaio 1991 il cardinale Carlo Maria Martini apre il processo di canonizzazione del Servo di Dio Marcello Candia, chiuso l'8 febbraio 1994; nel 1998 viene depositata la “Positio super virtutibus”, ultimo passo prima della beatificazione.

Alcune sue espressioni tipiche:
'“Io non sono nulla. Sono solo un modesto strumento della Provvidenza”;
“Non sono io che ho dato qualcosa, ma loro, i poveri, che danno a me”;
“Chi ha molto ricevuto dalla vita deve dare molto”.


Dal 1983 viene assegnato il premio internazionale “Marcello Candia”.

Bibliografia
* Marcello Candia, Lettere dall'Amazzonia, San Paolo Edizioni, 1996
* Piero Gheddo, Marcello dei lebbrosi, De Agostini, 1994
* Giorgio Torelli, Da ricco che era. La frontiera del dottor Candia sul Rio delle Amazzoni, EMI, 1992
* Giorgio Torelli, Marcello Candia, che straordinaria persona, Ancora, 2006

Collegamenti esterni
* Fondazione Dr.Marcello Candia
* Enciclopedia dei Santi, Beati e testimoni della fede
* Centro Culturale Marcello Candia

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