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Beatles e fantascienza 1 - Una scoperta incredibile

Fonte:
CulturaCattolica.it
L’autore immagina che due amici scoprano il dodicesimo album dei Beatles, il famoso quartetto inglese protagonista della rivoluzione musicale degli anni Sessanta.

IL DODICESIMO ALBUM
di Stephen Baxter
(in “Millemondi Urania”, Estate 2000)

Il racconto di Baxter appartiene ad un filone particolare della Fantascienza: la storia alternativa, o degli “universi paralleli”: una dimensione inattingibile che scorre parallelamente alla nostra, e nella quale alcuni avvenimenti sono cambiati, provocando conseguenze totalmente diverse nel fluire dei fatti storici.
L’autore immagina che due amici, cercando le tracce di un loro compagno scomparso (soprannominato Sick Note), scoprano nel suo alloggio situato nelle viscere del “Titanic” (ci troviamo quindi in un mondo parallelo dove il transatlantico non è affondato), il dodicesimo album dei Beatles, il famoso quartetto inglese protagonista della rivoluzione musicale degli anni Sessanta.
Il problema è che non esiste un dodicesimo album dei Beatles, neppure nel mondo parallelo della storia narrata: i due amici stupefatti tentano di comprendere da dove possa venire quella miracolosa incisione.
Ricordando gli strani racconti dell’amico scomparso, si convincono pian piano che egli sia riuscito a penetrare in un altro “universo parallelo” nel quale Liverpool, la città dei Beatles, è stata distrutta da una pioggia di comete. Da quel mondo, nel quale i Beatles non si sono mai separati (come è avvenuto realmente nel 1970), è stato portato nel mondo del “Titanic” il dodicesimo album, che non reca nessuna scritta, se non l’enigmatico titolo: “Dio” in un angolo della copertina.
Solo un vero appassionato di un genere, di un cantante o di un gruppo può comprendere che cosa significhi la scomparsa, lo scioglimento o la fine di un’esperienza musicale. “Che cosa sarebbe successo se Mozart non fosse morto così giovane?” è una domanda sicuramente inutile, ma struggente. La fine dei Beatles, anche se annunziata da tempo per le divergenze di ogni tipo che ormai separavano i componenti del quartetto, fu vissuta dai fans come una sciagura. La forza dei Beatles stava nella loro unità, nell’integrazione della genialità dei singoli che aveva prodotto una miscela assolutamente unica nella storia della musica pop. Divisi, i Beatles diventarono in parte le caricature di se stessi: John iperpoliticizzato e sperimentale, Paul armonioso ma sdolcinato, George mistico e querulo, Ringo simpatico ma per nulla originale.
La trovata della storia alternativa concede ai Beatles un’altra possibilità: ritornare assieme nel racconto, e forgiare in modo comunitario quegli spunti individuali che proseguirono con minor potenza negli anni successivi. Le canzoni citate nel racconto ESISTONO di fatto nei singoli album solisti dei quattro, ma NON ESISTONO in quella forma che viene descritta e che è inimitabile, perché frutto di un’unità ormai perduta.
Bisognava che qualcosa fosse andato diversamente”: è il commento dei due protagonisti, e nel racconto questo avviene. Si affaccia nel finale una ipotesi vertiginosa: come fa balenare il titolo dell’album, è stato forse Dio stesso a provocare una sciagura cosmica (l’impatto con la cometa) per poter avere il dodicesimo album. E questo anche se la canzone “God” di Lennon (che potrebbe essere lo spunto per il titolo dell’intero album), è in realtà un manifesto di denuncia dell’idolatria, che diviene poi rifiuto di ogni idea di Dio.
In questo senso il Dio del racconto afferma una propria misericordia al di là dell’offesa che Gli viene arrecata : è “il più grande fan dei Beatles”.

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