Breve storia della Crimea
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Come è noto, la Crimea è all’origine della tragedia nell’Ucraina. All’inizio di marzo la società russa e il popolo della Crimea hanno esultato mentre il presidente Vladimir Putin pronunciava magniloquenti parole sulla nave della Crimea ritornata per sempre nel porto russo.
“La Crimea è sempre stata ed è ritornata ad essere russa”. Queste parole furono replicate come uno scongiuro.
Ma la riannessione di una provincia altrui, anche con pretesti che possono apparire giusti, non può mai passare in modo silenzioso e tranquillo. Fra occupanti e occupati sorgono conflitti che poi si prolungano per decine di anni e costano milioni di vittime. Pensiamo al conflitto fra la Germania e la Francia, fra l’Austria e la Serbia per la Bosnia. Il Donbass è il proseguimento diretto della politica russa nei confronti dell’Ucraina, soltanto che il risultato è apparso molto più sanguinoso. Valeva la pena iniziare con la Crimea?
Se la Crimea fosse sempre stata nostra e fosse stata perfidamente sottratta all’Ucraina come “un cesto di patate”, la questione sarebbe chiusa, l’ingiustizia si doveva riparare. Sarebbe doveroso uscire senza il gioco dei gentili “uomini verdi” e raggiungere la giustizia attraverso le istanze internazionali. La Crimea poteva porre il problema di separarsi dall’Ucraina, come la Scozia dall’Inghilterra e la Catalogna dalla Spagna.
Certamente se in Crimea fosse avvenuto il genocidio del popolo russo sarebbe entrata in vigore la risoluzione n° 2625 del 1970 sul diritto dei popoli all’auto-determinazione. Ma in Crimea, fin da quando fu unita all’Ucraina, non si verificò alcun genocidio. Da parte dei cittadini ucraini non venne effettuato alcun assassinio di russi, non fu intrapresa alcuna iniziativa volta a esiliare i cittadini russi in luoghi impossibili a vivere, non fu impedita la difesa delle famiglie e la nascita dei figli; si verificarono certi problemi con la lingua russa nella sfera ufficiale, ma credo che si possa riconoscere che fra una debole discriminazione linguistica e il genocidio esiste un’immensa distanza.
Se la separazione della Crimea e l’unificazione alla Russia non si può spiegare con il genocidio, ci sono forse degli altri argomenti storici indubitabili? Portiamo 3 argomenti: 1) la Crimea è sempre stata russa; 2) la Crimea è stata innaffiata dal sangue russo in molte guerre; 3) la Crimea è stata assegnata all’Ucraina illegalmente. Cerchiamo di spiegarci.
Nell’antichità e nel Medioevo la penisola di Crimea fu governata da molti regimi; sulla sua terra si mescolarono molti popoli, la Russia allora non esisteva ancora e i Rus’ e gli slavi erano, in Crimea, in piccola quantità. Nel secolo XI a Taman (oggi Kuban’) esisteva il principato di Tmutarakan, governato dai Rurikovic’. Probabilmente governavano una certa parte della Crimea orientale ed erano vassalli di Costantinopoli. I tempi antichi testimoniano piuttosto in favore di Kiev che in favore di Mosca. Infatti allora Mosca non era neppure ricordata mentre Kiev era “madre delle città russe”, tant’è che proprio a Kiev ospitava la sede suprema dei Rurikovic’
In seguito, furono Bisanzio, i mongoli e l’Orda aurea a dirigere la Crimea. Nella seconda metà del secolo XIII Costantinopoli consegnò ai genovesi il litorale meridionale, da loro venne fondato il capitanato Gotskij. Nell’estate del 1475 l’impero osmano sottomise la Crimea. Nella parte stepposa della penisola e a Priazov gli osmani conservarono il canato vassallico della Crimea; il litorale meridionale lo inclusero direttamente nella propria dipendenza. La popolazione della Crimea allora era molto eterogenea; vi erano non pochi greci, italiani, armeni, ebrei e slavi. La popolazione della steppa era soprattutto mongolica, la popolazione sui monti e in riva al mare era europea. La lingua comune un po’ alla volta divenne “crimeo-tatara”. Nella penisola fianco a fianco vivevano musulmani, cristiani di varie denominazioni ed ebrei. Ma questo mondo strano divenne russo non prima del 1783.
Proprio in quell’anno la Crimea venne inclusa nell’impero russo. La conquista del canato crimeo da parte della Russia non avvenne senza spargimento di sangue. La popolazione indigena della Crimea, a causa dell’emigrazione nella Turchia che aveva la stessa religione, e a causa della ferocia del governo russo, alla fine del secolo XIV diminuì di 5 volte. Il principe Potemkin così interpretò gli accordi con la Turchia nel 1874 sul diritto di difendere coloro che avevano la stessa fede: con la violenza trasferì i cristiani della Crimea sulle terre del Mar Nero settentrionale. Molti di questi passarono all’Islam per evitare la deportazione. Ancora nel 1930 in molte popolazioni crimeo-tatare esistevano due cimiteri, uno funzionante musulmano e uno chiuso cristiano, e i vecchi spiegavano ai giovani: dobbiamo occuparci di ambedue, nel cimitero cristiano sono sepolti i nostri antenati.
Il governo russo in Crimea, per la popolazione indigena, non fu un beneficio; le comunità musulmane furono private della proprietà sull’acqua e sulla terra, proprietà che passò al governo o agli uomini di corte. Da possessori gli abitanti indigeni divennero affittuari. Durante i 100 anni di dominio russo, da Caterina II ad Alessandro II complessivamente dalla Crimea emigrarono 900.000 musulmani.
Al loro posto giunsero i cristiani dell’impero osmano, greci, bulgari, armeni. Dalla Russia, dalla Germania e dall’Austria giunsero i colonialisti. I proprietari della terra venivano trasferiti in terre abbandonate di agricoltori e di contadini della grande Russia.
Simile situazione vigeva in Abkazia e sul litorale caucasico della Russia: nel secolo XIX la popolazione musulmana, soffrendo per il giogo religioso e per la mancanza di libertà, emigrò nell’impero osmano e si immischiò con i cristiani di origine varia (dalla Anatolia, dai Balcani e da altre provincie dell’impero russo). In Crimea nel 1795 i tatari rappresentavano l’87,6% della popolazione; nel 1897 il 35,6%, nel 1920 il 25% e nel 1939 il 19,4%.
Inoltre dobbiamo tener presente che l’Impero russo dei secoli XVIII, XIX e l’attuale Russia non avevano lo stesso governo. Nell’Impero non entravano soltanto i territori dell’attuale Russia, ma anche buona parte dei territori dell’Ucraina, Bielorussia, Kasakistan, Caucaso, governi baltici, perfino la Polonia e la Finlandia. E tutti i popoli, in modo eguale, consideravano propria la terra della Crimea e la irrigarono con il proprio sudore ed il proprio sangue. Durante la guerra di Crimea (1853-1856) nell’Armata russa erano forse pochi gli ucraini, i bielorussi, i georgiani, tedeschi e polacchi?
L’Impero russo era un paese di molti popoli e l’attuale Federazione russa non può pretendere di avere certe terre solo per il motivo che un tempo facevano parte dell’Impero dei Romanov. I bolscevichi rifiutarono di essere la successione dell’Impero russo, dichiararono di voler fondare un nuovo stato di operai e contadini, suddivisero l’Impero dei territori da loro conquistati in stati formalmente indipendenti, uniti apparentemente in un libero legame.
Essi cambiarono diverse volte i confini di questi stati. L’URSS staccò dalla propria costituzione il Kazakistan e la Kirgizia, in seguito la Carelia-finnica; alla Bielorussia consegnarono le provincie di Vitebsk e Mogila, in seguito l’URSS si aggregò la Carelia e nel 1954 consegnò all’Ucraina la Crimea. Tutte queste manipolazioni, giuridicamente approvate, non tenevano conto della volontà della gente che occupava queste terre. La consegna della Crimea all’Ucraina fu, più o meno, legittima come tutte le altre attività dei bolscevichi riguardo a paesi loro sottomessi.
L’importante è un’altra cosa: sebbene i confini nell’URSS non fossero convenzionali, dopo la caduta dell’URSS furono confermati da accordi internazionali e proclamati indipendenti dalla Federazione russa nel dicembre 1991. Riconosciuti in tutto il mondo dall’accordo bieloiez’skoe, dal grande accordo della Russia con l’Ucraina nel 1997. Così furono definiti i confini e l’appartenenza della Crimea all’Ucraina. A parte il numero formale degli anni di potere, l’Impero russo come quello osmano sono un altro mondo. Ma anche sotto questo aspetto l’Impero osmano comandò la Crimea per 3 secoli, mentre l’Impero russo per 134 anni. Il governo sovietico del quale la Federazione russa si è dichiarata come continuatrice ha diretto la Crimea dal 1920 al 1954, 34 anni, mentre l’Ucraina sovietica e l’attuale Ucraina 60 anni (1954-2014).
Sotto il potere sovietico furono compiuti una moltitudine di crimini contro il popolo originale crimeo-tataro e tutti gli altri popoli della Crimea, compresi i russi. Dopo aver conquistato la Crimea nel 1920 i bolscevichi compirono una carneficina degli appartenenti alla Guardia Bianca che non erano usciti con il generale Vrangel e di altri cittadini legati ai bianchi. Allora perirono circa 60.000 persone. La fame provocata dai bolscevichi negli anni 1921-1922 costò la vita ad altri 80.000 uomini, in gran parte tatari-crimei.
La collettivizzazione dei territori portò alla morte e alla deportazione ancora di decine di migliaia di persone di tutte le nazionalità. Nell’agosto 1941 dalla Crimea furono espatriati con la forza 63.000 tedeschi, e nel gennaio-febbraio 1942 700 italiani, lontani discendenti dei genovesi medioevali. Nel maggio-agosto 1944 dalla Crimea furono espulsi tutti i crimeo-tatari (191.000), i greci (15.040), i bulgari (12.242), gli armeni (9.600), turchi e persiani (3.650). Molti perirono lungo il trasferimento e morirono per le tristi condizioni di vita dove furono deportati.
La popolazione della Crimea si ridusse di 3 volte, nel 1939 nella penisola vivevano 1.126.000 abitanti, nel settembre 1944 379.000. In seguito la Crimea di nuovo cominciò a ripopolarsi, nelle case vuote si stabilirono i veterani della guerra, gli ufficiali ell’ex-esercito sovietico, l’NKVD, e operatori politici. La composizione della popolazione di Crimea mutò drammaticamente. Tutti i gruppi etnici-storici scomparvero. Soltanto nel 1980 incominciarono a ritornare gli scacciati rimasti vivi, i loro figli e i loro nipoti. Ma la loro terra e le loro case furono assegnate ad altre persone. Fra i residenti e i ritornati sorsero terribili conflitti.
Ed ecco “La Crimea è nostra”. Da questo è nata la guerra in Ucraina, mentre la Russia impetuosamente si è trasformata in un paese degradato. Esiste una soluzione? Sì, ma a mio avviso essa esige il rifiuto delle pretese di dirigere questo paese e ritornare alla volontà delle persone che ci vivono, volontà che deve stabilire il proprio destino.