Convegno “Sussidiarietà fiscale e sovranità della Famiglia” 2 – Chiediamo le deduzioni
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Noi quindi dobbiamo riappropriarci dell’orgoglio di avere fatto la scelta di essere famiglia; una scelta di responsabilità e di sacrificio e non riconosciuta come valore, nella nostra società (oggi sembrano essere stupidi quelli che si sposano:
Brevemente illustrerò quindi la nostra petizione: pensiamo ad una famiglia con 25.000,00 euro di reddito (non parto da un reddito di 100.000,00 euro perchè potrebbero contestarci che stiamo parlando di ricchi). Partiamo quindi da una famiglia che ha quattro componenti: padre con moglie e due figli a carico; in Italia paga un’aliquota del 6,9% (pari a 1.725,00 euro di imposta IRPEF. In Francia la stessa tipologia di famiglia è sottoposta ad un’aliquota dello 0,2% (pari a 52,00 euro di imposta IRPEF). In Germania l’aliquota è del 3,3% (pari a 628,00 euro di IRPEF).
A onor del vero in Italia, con questo reddito, tutto sommato ci sono alcune possibilità di detrazioni che sgravano leggermente l’imposizione fiscale, ma la detrazione di 800,00 euro a figlio finisce allo scattare dei 40.000,00 euro di reddito senza tener conto del numero dei figli che uno mantiene con quel reddito.
Esaminiamo una famiglia con 50.000,00 euro di reddito (e ci stiamo allargando molto); in Italia abbiamo un’aliquota del 26,4% e l’imposta sarà di 13.217,00 euro di IRPEF. In Francia l’aliquota è del 5% che si traduce in 2.500,00 euro di IRPEF. In Germania l’aliquota è del 16% corrispondente a 7.123,00 euro (in ogni caso è pur sempre la metà di quello che si paga in Italia).
E’ vero che noi, sui redditi bassi, abbiamo le “detrazioni” ma perché allora chiediamo le “deduzioni”? Che differenza c’è?
La detrazione è come uno sconto sull’imposta dovuta (a fronte di un carico familiare e con redditi molto bassi) che si riduce via via che il reddito si avvicina ai 40.000,00 euro.
La deduzione è invece un cambiamento di mentalità. L’articolo 53 della Costituzione dice che
Noi chiediamo quindi che sia possibile dedurre dall’imponibile una cifra che è stata calcolata intorno ai 7.000,00 euro per il primo figlio, 6.000,00 euro per il secondo, ancora 7.000,00 euro per il terzo (alcune cose che si comprano all’arrivo del primo figlio si usano anche per il secondo ma magari all’arrivo del terzo sono da sostituire...) Chiediamo quindi che sia possibile dedurre dall’imponibile quanto è necessario per il mantenimento di ogni figlio. Chiediamo che questa deduzione sia possibile a tutte le famiglie che hanno figli, indipendentemente dal reddito, perchè chiediamo che sia riconosciuto il “Bene comune” che è la generazione e l’educazione delle nuove generazioni del nostro paese (che saranno poi quelle che, col loro lavoro, pagheranno la pensione ai single di oggi).
Perché chiediamo che non sia posto un tetto al reddito per godere di queste “deduzioni”?
Perché se è vero che in Italia tutto si può detrarre indipendentemente dal reddito (rottamazione delle auto, la casa, i motorini, i frigoriferi, la palestra e quant’altro) non succede altrettanto per i figli a carico, non riconoscendo quindi nei figli un bene per la Nazione ed un patrimonio comune.
Ultimo esempio: se un lavoratore con un reddito di 25.000,00 euro spende mediamente, per mantenere due figli, 16.000,00 euro l’anno, con il sistema della “detrazione” potrà detrarre 1.000,00 euro. Se invece quella stessa cifra lui la desse per sostenere un partito politico, potrà detrarre 3.000,00 euro. Se un cittadino ha un reddito alto, poniamo di 91.000,00 euro e di questo suo reddito spende 32.000,00 euro perché ha quattro figli da mantenere non potrà avere alcuna detrazione perché è ricco. Se invece un cittadino con 91.000,00 euro di reddito ne spende 32.000,00 per finanziare un partito, potrà detrarre ben 6.000,00 euro dalla sua dichiarazione. Perché i partiti sono considerati un bene sociale e importantissimo per un paese mentre i figli invece sono considerati un fatto privato: se te li puoi permettere li metti al mondo, altrimenti sono fatti tuoi.
Luca Antonini faceva l’esempio delle detrazioni più strane che si possono fare senza tenere conto di un tetto nel reddito, ad esempio si possono detrarre le mance date ai croupiers, si possono detrarre le cose più strane perché si devono accontentare le case da gioco, i partiti, le aziende che vendono frigoriferi e fanno fatica a tirare avanti, le auto perché la FIAT deve stare in piedi, i motorini, le palestre, ecc.
Noi non vogliamo detrazioni a vanvera, ma che ci venga dedotto dal reddito quello che noi impieghiamo per mantenere i nostri figli. Lo Stato pretende di decidere di che cosa abbiamo bisogno ma noi rivendichiamo la capacità delle famiglie stesse di fare le proprie scelte secondo le loro esigenze. Rivendichiamo la libertà, per le famiglie, di scegliere ciò che ritengono più giusto per la propria vita, senza imbeccate dallo Stato.
E non è neanche vero che i soldi, per una operazione del genere, non ci siano perché, al momento buono, i soldi si trovano per tutti: poche giorni fa Rita Levi Montalcini ha votato a favore del governo e, in finanziaria, è stato inserito un congruo finanziamento per la sua fondazione; i giornali dei partiti si sono lamentati perché gli avevano dimezzato le risorse e queste sono state subito ridate...
Inoltre sostengono di avere aumentato il bonus agli incapienti ma se prima questo consisteva in 150,00 euro per ciascun membro della famiglia (non solo per il percettore di reddito) ora invece il bonus è stato raddoppiato a 300,00 euro ma viene dato solo al percettore di reddito. Non ci facciano passare quindi per misure per la famiglia quelle che non lo sono.