Primo giorno di scuola: un'ora di bellezza
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- “Ciascun confusamente un bene apprende (intuisce l’esistenza di un bene, di una felicità) nel qual si queti l’animo, e disira (ricerca, domanda); per che di giugner lui ciascun contende (per la qual cosa è tutto teso a raggiungere questo bene) (PURG XVII, 127-129)
- Il nostro cuore, dice Dante, è assetato di felicità ed è tutto teso al suo raggiungimento, al contrario di quel che afferma la mentalità odierna: ti devi accontentare del possesso di alcuni beni, la felicità non esiste, ognuno ha la sua, tutto è relativo.
- Resistere a una cultura contro l’uomo, la libertà, la dignità, la vita, la felicità significa possedere una coscienza diversa delle esigenze, dei desideri del nostro cuore, una coscienza chiara della profonda e insaziabile sete del nostro cuore.
- La grandezza di Dante sta nella coscienza che il desiderio muove la vita, la genera e rigenera in continuazione, impedendo “una morte” precoce della persona.
La vita è fatta di tanti desideri, che altro non sono che il segno dell’unico grande desiderio che ci muove: il desiderio di felicità (la vita è come un vaso con tanti buchini sul fondo che non si riempie mai: il desiderio di felicità è infinito e nulla può colmarlo). Cominciare a prendere coscienza di questo significa diventare grandi, diventare uomini, altrimenti si resta perennemente bambini che giocano.
Tutto intorno a noi ci invita invece a limitare, a diminuire il nostro desiderio, per cui la questione fondamentale della vita diventa essere leali col proprio desiderio, altrimenti uno dipende sempre dalle circostanze, dall’esito, dal successo e diventa schiavo della ricerca dei beni illusori e effimeri.
- Le esperienze dolorose, i drammi che succedono dovrebbero farci guardare con occhio critico i beni e le circostanze in cui riponiamo la nostra fiducia, illudendoci che possano colmare la sete del nostro cuore, come pure la delusione e l’insoddisfazione che spesso ci prendono.
- Alla vostra età l’esperienza offre nuove sfide, nuove provocazioni, per cui, se siete sinceri non vi basta più quel che avete vissuto: c’è il presentimento che la vita possa offrire qualcosa di più interessante, affascinante, bello, significativo, da qui nasce il desiderio di scoprire cose nuove. Questi grandi desideri sono il presentimento della risposta (come nel film Waterworld: il desiderio di camminare è la promessa dell’esistenza della terra). Occorre avere fiducia nel proprio desiderio e nel presentimento della risposta (sempre Waterworld: anche se non ho mai visto la terra ci sono dei segni che indicano con certezza l’esistenza!), occorre fare attenzione ai desideri e ai segni, essi costituiscono la certezza di una positività, di un destino positivo che ci attende.
- Se siamo leali con noi stessi vediamo degli ostacoli, alcuni superabili (l’attaccamento a dei beni limitati), altri no (una malattia incurabile). Questo non ci deve indurre a desistere, ma a prendere coscienza che da soli non è possibile raggiungere la meta del nostro cuore. Per non tradire il desiderio il più grande atto di lealtà è fidarsi di qualcuno e chiedere aiuto.
- Allora può accadere un incontro imprevisto con qualcuno che dice: guarda che per essere felice devi fare un altro cammino rispetto a quello che il mondo ti propone. Guarda che stai sbagliando strada se ti offri al miglior offerente! Devi prendere coscienza degli sbagli che hai fatto nel giudicare, nel valutare la realtà (bella/brutta, vera/falsa); devi liberarti dalla presunzione di sapere già, devi liberarti dalle risposte false e illusorie, per riconoscere ed abbracciare ciò che ti corrisponde.
- TU devi decidere se fare o no questo cammino, è alla tua libertà che spetta questa decisione. Attenzione che questa decisione non viene presa una volta per sempre, ci sono sempre dubbi, ripensamenti, scuse, per cui bisogna ri-decidere. Per questo Dante definisce questo cammino una guerra, una lotta, anzi l’unica vera guerra: quella per la scoperta e conquista del proprio vero IO, del proprio volto umano. Ognuno deve decidere per sé. A tema c’è la tua responsabilità.
- Vivere non significa stare fermi, perché così è come indietreggiare, la vita è fatta di continue decisioni e scoperte, io vivo se ho la percezione che la mia vita è in cammino.
- L’inizio di questo cammino comporta una decisione circa ciò a cui io voglio appartenere e qui ci si imbatte nella concezione della libertà di Dante: la libertà non è fare quel che mi pare e piace, la libertà è la decisione, l’energia circa ciò a cui io voglio appartenere. Voglio appartenere al bello, al bene, al giusto, al vero oppure a altro, a quel che il mondo mi propone? A chi e a cosa voglio che la mia vita si leghi? La libertà è la decisione di un legame. Allora io decido di legarmi a una persona piuttosto che ad un’altra perché questo legame facilita il mio cammino verso il mio bene. Il legame nasce da un giudizio!
Dante aveva intuito che la sua libertà passava dal legarsi a Virgilio, a Beatrice.
Diceva il grande S. Ambrogio: “Guardate quanti padroni hanno gli uomini che dicono di non essere legati all’unico grande Signore”. Tutti quelli che affermano di non essere legati a nulla e a nessuno ( “io penso e ragiono solo con la mia testa, io faccio quel che mi pare”) spesso sono quelli che più dipendono dalla massa, dal potere, dalla moda!
Che vita è quella vissuta senza l’assunzione di questa responsabilità, senza il giudizio e la decisione circa il fatto di appartenere a una realtà o a un’altra, a una persona o a un’altra? Se non decido sarò continuamente sballottato dalle mode e dai comportamenti della massa.
- Pensiamo alla vicenda di Dante: la Madonna che ha a cuore la vita di ogni uomo, vedendo che Dante si è perso dopo la morte di Beatrice, correndo dietro a idoli falsi, illusori, decide di muoversi e invita Lucia a fare qualcosa. Lucia lo dice a Beatrice, la quale lo dice a Virgilio, il più grande maestro di poesia. Virgilio incontra Dante e gli dice: guarda che ci sono delle persone che ti vogliono bene, che ci tengono al tuo destino, alla tua felicità e lo invita a fidarsi, a seguirlo. Dante non può avere dubbi di fronte al fascino, all’attrattiva di una proposta simile e decide di seguirlo, la sua libertà così viene rinvigorita. Virgilio gli dà la mano e gli sorride, questo gesto di amicizia sincera lo conforta, lo sostiene, è una vera amicizia non allo scopo di divertirsi
(allontanare lo sguardo da sé, dalla propria meta), ma per convertirsi, per convergere, per tener fisso lo sguardo alla meta, al destino della vita e camminare spediti verso di esso.
Non è un caso che i primi peccatori che si incontrano nell’Inferno sono gli IGNAVI, coloro che nella
vita non hanno preso posizione e decisioni sul loro destino, su ciò che è bene, bello, vero; essi sono accompagnati dal coro degli angeli che durante la ribellione non si sono schierati né con Dio né con Lucifero, sono rimasti a guardare. Non si può restare a guardare la propria vita, senza decidere, o lasciando che siano gli altri, il potere a decidere per noi!
L’ignavo non sperimenta la libertà perché non ha scelto a chi legarsi. Ripeto: la maturità di una persona si vede quando decide con un giudizio critico di seguire qualcuno. La legge della vita è essere di qualcuno, appartenere a qualcuno, cioè, dice Dante, è l’AMORE, cioè uscire dall’egoismo, dall’individualismo e decidere di appartenere a qualcuno che ha a cuore il mio bene più che addirittura io stesso.
- Non ci siamo dati la vita, il desiderio di felicità, del bello, del bene, il bisogno di un significato, dopo la nascita ci siamo trovati dentro il cuore l’aspirazione alla felicità, l’attesa del bene.
La vita è un dato, un dono, è fondamentale riconoscerlo per capire che affrontare la vita con l’aiuto di qualcuno non è una debolezza, ma è la condizione umana essenziale, la condizione per vivere pienamente.
Un bambino non è autonomo, indipendente, ma bisognoso della presenza della mamma che è tutto per lui, è legato naturalmente e necessariamente alla mamma, ha bisogno del suo aiuto. La sua libertà consiste nel legame con chi ha a cuore la sua felicità. Così è per ciascuno di noi. Al contrario se mi lego a chi mi usa e mi sfrutta, magari perché mi piace, perché mi fa comodo, mi diverte, nego me stesso e la mia libertà e dopo un po’ non so più chi sono.
Dante ripete che se la vita ti è stata data da qualcuno è inevitabile legarsi a qualcuno. E’ un fatto così inevitabile che molta gente oggi, drammaticamente, lo fa legandosi alla persona sbagliata o al potere di ogni tipo, economico, mediatico, della “compagnia sbagliata”, confondendo il possesso di alcuni beni o emozioni passeggere con la felicità.
La mancanza di lealtà con se stessi, una falsa idea di libertà, la comodità, le scuse, la confusione, una educazione sbagliata fanno in modo che ci si leghi al potere e non si segua il desiderio del cuore.
Noi, come Dante, desideriamo legarci a chi desidera il compimento del nostro cuore, a chi è leale col nostro desiderio di felicità, questo è il senso del nostro incontrarci ogni giorno. Aiutiamoci.