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L’ora di lezione: un’epifania del cuore 4 – Negli spazi sconfinati del reale

Autore:
Mocchetti, Giovanni
Fonte:
CulturaCattolica.it
Noi entriamo in classe per fare compagnia a tanti piccoli Alexander Supertramp, che aspettano l’ora di lezione per essere “risvegliati” nel loro “cuore” e lanciati verso gli spazi sconfinati del reale.

8) “La realtà è bella solo quando è condivisa” dice il giovane protagonista del film “Into the wild”, Sean Penn (2008) . Mosso da una profonda inquietudine dello spirito, insofferente ad ogni conformismo, Alexander Supertramp si dirige verso il paese sconfinato del Canada, bruciando tutto ciò che è superfluo nel raggiungimento del suo scopo ideale (soldi, carta d’identità, auto…); viaggia solo con uno zaino in spalla “on the road”, evitando strade conosciute e contesti urbani, come un moderno esploratore alla ricerca e alla riscoperta di luoghi che mozzano il fiato per la loro magnificenza naturale; fa degli incontri, in particolare con un militare in pensione; solo allora, in una serie di flash back, si riconcilia con la sua irrequietezza, smette di fuggire da un passato doloroso e trova la pace. Noi entriamo in classe per fare compagnia a tanti piccoli Alexander Supertramp, che aspettano l’ora di lezione per essere “risvegliati” nel loro “cuore” e lanciati verso gli spazi sconfinati del reale, ma a differenza del protagonista del film di Penn, non permettiamo che si perdano lungo i tortuosi e sconosciuti sentieri del reale; noi ci inoltriamo nel paesaggio del reale con una bussola, con un ramo biforcuto (il bello, il vero, il giusto, il bene che illuminano le nostre lezioni) così da orientarci dentro il territorio ignoto e scoprire nell’ambiente deserto l’acqua, che permette di non morire di sete.

9) La lezione è fatta di lavagne scarabocchiate, di dita sporche, di teste protese o piegate sui banchi, di maestri che girano tra i banchi, di parole dette o ascoltate, di gesti di tenerezza e di attenzione verso il debole e di severità intransigente verso l’istintivo. La lezione è fatta di silenzi pieni di attesa o di richiami magari gridati, perché il reciproco ascolto venga vissuto. E’ costituita dalla fatica di scovare ogni giorno approcci adeguati agli alunni, strumenti realistici, tentativi di lanciare sulla scena ragazzi che non parlano mai e sforzi per sedare quelli che parlano sempre. La lezione è fatta di libri aperti o quaderni dalla scrittura spesso poco leggibile, di cartine, di tavole, di immagini destanti stupore, è fatta di tentativi falliti di spiegare gli argomenti o di sforzi pieni d’imprevedibile successo, perché la mente degli alunni si è accesa come una lampadina. Insomma la conversatio (la lezione) non è altro che un’esperienza di vita in atto, con tutta la bellezza e la drammaticità che questa vita quotidiana implica. La bellezza, l’impeto, la passione, la noia, la sconfitta, la curiosità, l’inquietudine, l’imprevisto: questo è il sale della lezione. Che ricomincia ogni giorno, sempre come se fosse la prima volta, dopo ogni fallimento, dopo ogni conquista. Insieme, sempre con gli altri maestri.

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