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Maria nel Vangelo e nel Corano 3 - Il posto di Maria nell'Islam

Fonte:
CulturaCattolica.it

La teologia musulmana non concepisce Dio come Essere personale, mancando nell’Islam lo stesso concetto di “persona” quale ente dotato di intelligenza e volontà. È assai significativo, a tale proposito, che tra i novantanove nomi di Dio del Corano manchi quello di Padre. Ciò è una conseguenza della negazione islamica della Trinità e dell’Incarnazione. Al concetto di Trinità è infatti strettamente connesso quello di persona, essendo il Dio trinitario un’unica sostanza in tre persone uguali e distinte, la seconda delle quali, il Verbo, si è incarnato ed è venuto ad abitare tra gli uomini. Nel Cristianesimo esiste, quindi, una intima relazione tra le creature e Dio. Nell’Islam, invece, non vi è partecipazione ontologica della creatura al Creatore; le creature sono un prodotto effimero della volontà divina.
Si dice che l’Islam abbia una grande venerazione nei confronti della Madonna. Se in alcuni passi del Corano si parla con rispetto di Maria, pur con errori e contraddizioni (la Madonna, infatti, viene presentata ora come figlia di Imran, padre di Mosè e di Aronne, ora come sorella di un altro Aronne, marito di Anna), Ella non trova nell’Islam una collocazione degna del suo rango.

Secondo la teologia cattolica, definita dal Concilio di Efeso: «Dio è veramente l’Emmanuele (cioè Dio con noi) e perciò la Santa Vergine è genitrice di Dio; ella infatti partorì il Verbo di Dio secondo la carne». Per contro, poiché i musulmani rifiutano la divinità di Gesù, conseguentemente non possono ammettere la maternità divina di Maria. Questa verità è negata nei versetti 34-36 della sura 19: «Questo è Gesù, figlio di Maria, parola di verità di cui alcuni dubitano. Non si addice a Dio prendersi un figlio! Gloria a lui!». Gesù è detto “figlio di Maria” proprio per sottolineare che non è “figlio di Dio”; perciò, nel Corano, quando si parla di Gesù si aggiunge normalmente “figlio di Maria” (Isa ibn Maryam). Si legge sempre nel Corano: «Dicono: “il Clemente si è preso un figlio”. Dite una cosa mostruosa! Poco manca che si spacchino i cieli, si squarci la terra e crollino in frantumi i monti, per aver essi attribuito un figlio al Clemente! Non si addice al Clemente prendersi un figlio!» (Cor., 19, 88-92).

In conclusione, si può dire che unico è il Dio dei cristiani e dei musulmani? Non abbiamo la presunzione di esaurire in così poco spazio un tema di tale importanza. Lasciamo, pertanto, la risposta ad un noto intellettuale musulmano, Muhammad Hamidullah, non sospetto di fondamentalismo essendo vicino al cosiddetto movimento del dialogo interreligioso: «Dire ai musulmani che essi adorano lo stesso Dio dei cristiani – egli afferma - non è esatto, perché il Dio cristiano è trinitario e un musulmano non adora come Dio né Gesù né lo Spirito Santo» (in Carlo Gasbarri, Cattolicesimo ed Islam oggi, Città Nuova, p. 173).

Il dogma della Trinità è invece decisamente respinto dall’Islam. Si legge nel Corano: «Sono miscredenti quelli che dicono: in verità, Dio è un terzo di tre» (Cor. 5, 73); ed ancora «Egli, Dio, è uno! Dio, l’Eterno! Non generò né fu generato, e nessuno gli è pari!» (Cor. 112, 1-4).

La negazione, da parte dell’Islam, della generazione divina, ha come conseguenza la negazione della concezione della paternità divina. Dio, per i cristiani, è Padre. “Padre nostro che sei nei cieli”, recita la preghiera per antonomasia del Cristianesimo, insegnata direttamente da Gesù. Per l’Islam, al contrario, Dio non è vero padre degli uomini. Egli è troppo alto e inaccessibile perché la sua creatura si permetta di vedere in Lui un padre e di intrattenere con Lui una relazione di amore filiale.
È stato necessario fare questo percorso di approfondimento della teologia dell’Islam per chiarire in modo, mi auguro chiaro e definitivo, che il Dio del Cristianesimo non ha gli stessi attributi del Dio dell’Islam, e che quando sentiamo affermare, anche in ambienti ecclesiali, che è lo stesso Dio siamo di fronte ad una affermazione blasfema e priva di fondamento per noi cristiani e anche per i musulmani.

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