Intervista a Massimo Desiato, filosofo 2 - "Non crediate che la convivenza possa continuare a questo punto del gioco"
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D: Si prende come scusa per l'inazione che ancora "c'è molto denaro in giro".
Desiato: Bene, bisogna concludere che questo fa parte di un piano strategico di Chávez perché la gente non se ne renda conto. Perché delle due l’una: o siamo diventati tutti stupidi, cosa poco credibile, o c'è una strategia oppiacea per narcotizzare la classe media, facendole credere che la politica non è importante. In quest'ultimo caso il Governo trova un terreno ben bonificato, perché la delusione politica è storica, ma la gente non si rende conto che la politica difende il sociale e il sociale lo stile di vita.
D: Parte della società assume un atteggiamento di sudditanza rispetto a Chávez. Come si può sensibilizzare questo settore?
Desiato: C'è molta gente della classe media che è con il chavismo per opportunismo, crede che il comunismo non arriverà, e invece sta arrivando. Quella classe media non la possiamo contattare finché non le verrà toccato lo stile di vita. Quella gente non si ritiene coinvolta perché non ha cultura politica, sta lì per danaro. Il governo di Chávez utilizza la stessa struttura clientelare dei precedenti governi per dire alla gente: "Qui non succede niente, quelli sono gli oligarchi che sono paranoici". Lui utilizza questo schema culturale molto attecchito per proporre il problema che lei sta sollevando: come fare perché quella gente prenda coscienza?, fatto che dimostra che c'è una strategia ben precisa....
Dicono: "C'é molto denaro in giro", ma loro stessi non arrivano alla fine del proprio ragionamento, che è: "Mentre c’è molto denaro, ciò che tu avverti non accadrà, ma nel momento in cui non ci sarà più denaro allora accadrà". (Jorge) Giordani lo ha detto, in modo molto ambiguo, ma lo ha detto. Tutto è pronto perché il paese sia impreparato ed entri in uno stato di ristrettezza, e nella ristrettezza il comunismo s'impone.
D: Che si può fare?
Desiato: Nell'ambito delle regole democratiche, niente. Prima o poi arriverà il confronto, ma quella via è molto diversa se la intraprende Chávez o se la intraprende l'opposizione. Solo in quel momento la classe media reagirà, ed è lì dove la dirigenza dell'opposizione deve avere un'organizzazione per captare il malcontento nell'attesa della repressione, perché se aspetta che il malcontento si organizzi, tutto è perso. Bisogna seguire il gioco democratico come lo fa Chávez, che lo usa come facciata, ma preparandosi al confronto. Otto anni fa scrivevo sugli spazi di convivenza quando ancora potevano esistere, ma a questo punto c'è troppo odio.
D: Qui si vivono livelli di violenza fisica molto elevati. Forse per questo la violenza politica sembra niente.
Desiato: Io parlo di una cosa diversa dalla violenza della malavita, dalla violenza verbale, dalla violenza non dialogica. L'opposizione deve prepararsi, alla violenza si risponde con violenza. Noi venezuelani non possiamo agire come Gandhi. Io mi ritroverei nel settore dell'opposizione che ha già coscienza politica per organizzare forme di violenza politica proprie. La violenza invisibile bisogna farla diventare visibile. Non bisogna perdere tempo nel recuperare un settore della classe media che dobbiamo dare per persa per ora. Si tratta di cercare l'unificazione della maggior parte - non necessariamente numerica, ma quella che ha chiarezza e impegno - per organizzarsi per gli eventi che prima o poi si presenteranno. Io direi: smettete di cercare l'unità impossibile e organizzatevi. Associerei quelli che hanno la conoscenza, la capacità e, ancorché sia un'opposizione numericamente inferiore, che abbia il maggior impatto mediatico visibile fuori dal Venezuela. Il fatto è creare un' "agenda-setting" dei notiziari stranieri. Bisogna vedere come si solidifica la gente che ha interessi comuni, ma che non vuole perdere tempo nel fare politica.
Ogni volta che Chávez perde un’elezione, farà promuovere dall'Assemblea Nazionale una legge, una riforma, che anche se sembri legale, non è etica e c'è un'etica democratica che impugna quella legalità. Da fuori quello che vedo è la Repubblica Bolivariana contro il Venezuela.
D: Mi diceva che Chávez ha una gran conoscenza dell'antropologia culturale del Venezuela. Lui ha esacerbato le peggiori passioni e le usa a suo beneficio.
Desiato: Purtroppo lui ha posto il gioco su questo livello. Se lui manipola le passioni in quel modo, noi non possiamo rispondere con la scherma. Bisognerà essere pronti per manovrare anche quel tipo di politica. Per esempio, riprendere l'ordine educativo attraverso altre strade, dove la polis sia la cosa prioritaria, la polis intesa come lingua dialogica. Questo è qualcosa che l'opposizione deve sollevare, la domanda è come la solleva quando Chávez minaccia di lanciare una Legge sull'Istruzione e qui di polis non c'è niente. Quello che c'è è un comandante con la "c" maiuscola nei libri di testo. Questa è un'offesa a qualsiasi cittadino perché lui non è il comandante, è il Presidente e sta al servizio di tutti e della Repubblica.