Perillo, D. (a cura di) - Caro Don Giuss, Dieci anni di lettere a un padre
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Il giornalista milanese Davide Perillo ha raccolto in questo singolare libro alcune lettere tra quelle pubblicate in questi ultimi anni dal mensile Tracce, rivista ufficiale di Comunione e Liberazione.
Sono così diverse le lettere qui riportate rispetto a quelle che troviamo normalmente nelle riviste, anche di ispirazione cattolica, ridotte spesso a sfoghi, pervase da quel senso di incertezza tipico dell'uomo moderno: emerge un modo di vivere la vita e di vedere la realtà che sembra impossibile:pur nelle circostante più avverse la speranza non cede alla disperazione, la tristezza o la rabbia non prevalgono.
Si tratta di testimonianze inviate da gente comune, di ogni età e ceto sociale: tanti studenti, tante mamme, non solo discepoli del "don Giuss "ma anche persone lontane dalla religione, arrivano da ogni parte d'Italia ma anche dagli Usa o dal Kazakistan, spesso sono racconti di semplici incontri che però possono segnare la vita.
Se si inizia a leggere la prima lettera, quella di un'infermiera che ormai attende con ansia una sua paziente, cui somministra la chemioterapia, per poterla osservare sempre più stupita e affascinata "mentre rende sacro quello che per altri è una condanna… e capisco che il suo male è sì un mistero ma dentro un progetto buono …" si arriva in fretta all'ultima dove una donna esprime gioiosamente la sua riconoscenza: ha sempre pensato valesse la pena vivere perché amata da Dio, ma ora che a 55 anni ha incontrato il Suo popolo e se ne sente parte è ancora più grata a Lui.
Julian Carron, il sacerdote spagnolo che ora dirige il movimento così commenta nella bella introduzione: "…sono testimonianze di vita giudicate alla luce dell'ideale che Cristo ha portato nel mondo e ha reso strada per chiunque… Così ci si sorregge gli uni gli altri senza risparmiarsi il sacrificio che ciascuno deve fare…"
Ecco perché, come fa notare l'autore, il lettore abituale di Tracce appena ha in mano la rivista, dopo uno sguardo generale, salta subito alla rubrica delle lettere: non sa cosa troverà ma sa che ne sarà sempre colpito.
Come diceva "il padre" don Giussani, la fede non è qualcosa di particolare ma la modalità sovversiva e sorprendente delle solite cose.