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«Scuola GS» 1962/63: G.S. - Movimento educativo

G.S. si propone proprio come strumento educativo di questo momento della nostra vita, cioè come movimento aderendo al quale in questi anni decisivi cresciamo nella sensibilità e nella comprensione della vita della Comunità Cristiana

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Premessa.

Abbiamo detto la volta scorsa che il seguire è la direttiva fondamentale per vivere la comunità. La comunità normalmente usa degli strumenti educativi, ed è attraverso questi che noi realizziamo quella direttiva.
G.S. si propone proprio come strumento educativo di questo momento della nostra vita, cioè come movimento aderendo al quale in questi anni decisivi cresciamo nella sensibilità e nella comprensione della vita della Comunità Cristiana.

1. G.S. - Movimento educativo.

Il Signore per educarci al rapporto con Lui, si è incarnato. assumendo e trasformando tutti gli aspetti della nostra vita umana. Così ci ha dato l’esempio di un metodo educativo.
Per questo G.S. in quanto educazione alla Comunità Cristiana, vuole interessare la vita intera, tutta la tua esperienza di giovane. Il richiamo di G.S. non ha confini, proprio perché è richiamo a rinnovare tutta la vita in tutti i suoi aspetti.
Vedremo oggi come questa incarnazione, è l’unico metodo per educarci a passare da una tradizione cristiana passivamente ricevuta a una matura consapevolezza.

2. Dalla Tradizione alla convinzione.

La civiltà in cui ci troviamo a vivere è tutta imbevuta di tradizione cristiana. Gli stessi avversari della Chiesa hanno questa tradizione immanente alla struttura della loro persona, perché nascono da un suolo che da duemila anni è tutto impregnato di cristianesimo.
Noi non possiamo perciò prescindere da questa tradizione che fa parte così intimamente della nostra natura, anche se il nostro spirito è libero di rinnegarla. E’ in essa che i nostri genitori ci immettono facendoci nascere: essa è alla nostra origine e alla base della nostra educazione.
Ma come dobbiamo fare perché questa tradizione non rimanga in un angolo oscuro della nostra coscienza, inespressa e non chiara nel suo significato? Come possiamo fare perché la nostra vita non si esaurisca senza svelare ciò che di più affascinante ha?
La tradizione ci è data come un seme che deve maturare e identificarsi con tutta la nostra persona.
E’ proprio attraverso questa maturazione che avviene il passaggio dalla tradizione inconsapevolmente accettata alla convinzione.
Quando comincia ad emergere lo spirito critico, l’esigenza di sapere e decidere, la consapevolezza della tua personalità irriducibile a qualsiasi altra, bisogna che tu possa sperimentare quello che ti hanno dato come capace di farti vivere più profondamento tutti gli aspetti della vita. Occorre che tu metta a paragone ciò che famiglia e parrocchia ti hanno dato con tutto ciò che ti circonda, e in questo confronto tu cerchi di vedere come il Cristianesimo si comporta. Scoprendo che il Cristianesimo ti fa vivere le cose molto più completamente e intensamente degli altri, ti convinci che è vero, che esso è vera risposta alla tua natura di uomo.
Non puoi convincerti del Cristianesimo studiandolo solo astrattamente come una teoria qualsiasi: tu ti puoi convincere che è vero solamente confrontandolo con tutta la tua esperienza di vita e verificando che risponde a tutti i problemi (e quanto più cresci tanto più questi ti interessano).
Ma occorre che ci sia qualcuno ad aiutarti a fare questo confronto, nel momento in cui più ne hai l’urgenza. C’è una particolare età in cui l’uomo ha l’agilità necessaria per rendere esperienza viva la ricchezza ideologica della tradizione: è l’età tra i quattordici e i diciotto-diciannove anni, in cui il ragazzo si apre a mille interessi e problemi. Se in questo periodo il ragazzo non è aiutato a capire come l’idea cristiana è capace di chiarire i suoi interessi e di dare un senso a ciascuno di essi, egli perderà forse per sempre questa possibilità.

3. Scuola ed educazione cristiana.

Secondo il concetto di educazione cattolico, proprio la scuola dovrebbe essere uno tra gli strumenti principali per compiere la verifica tra la tradizione e tutto lo scibile, per aiutare a interpretare dal punto di vista cristiano tutto questo mondo nel quale il ragazzo è chiamato ad entrare. Libera scuola è quella nella quale il ragazzo sia aiutato a sviluppare la convinzione in quei valori in cui i genitori lo hanno fatto nascere.
E’ questo il concetto di scuola «pluralistica», che non implica affatto uno sviluppo limitato e chiuso della coscienza, imprigionata da paraocchi: infatti solo la consapevolezza matura della propria idea può renderci capaci di vera apertura, di vero dialogo, e perciò di vera democrazia; ed è per questo che insistiamo sulla priorità dell’educazione cristiana prima di qualsiasi altra preoccupazione e impegno.

4. La scuola-oggi.

La scuola com’è oggi non corrisponde a questo concetto cristiano di educazione. Le stesse lezioni di religione rimangono una parentesi estranea al resto.
La neutralità della scuola d’oggi implica una impostazione indifferentistica circa il significato della vita e il senso ultimo degli argomenti di studio. Succede anche che metta il ragazzo di fronte a molteplici soluzioni, senza che egli abbia vera capacità critica di fronte ad esse. Il risultato più normale di tale educazione è, per il ragazzo, un fondo di scetticismo su tutti i problemi più importanti dell’uomo, se non il rifiuto a priori di considerare tali problemi, oppure la facilità a diventare ostile alla propria tradizione originale.
Ma noi non siamo quelli che si aspettano tutto dalle rivoluzioni: la rivoluzione deve avvenire innanzitutto dentro di noi, per generare una lealtà profonda con la vita e con le cose. Modificare le strutture della scuola è un compito che toccherà a coloro che hanno determinate funzioni nella società, e lo faranno secondo discrezione e sereno dialogo. A noi tocca, con rispetto della convivenza democratica, mobilitare il nostro spirito perché, diventati adulti, possiamo cooperare all’avvento di situazioni più aderenti ai nostri ideali cristiani.
Noi perciò non siamo contro la scuola e contro gli insegnanti: vogliamo solo avvertire un’esigenza. E’ un fatto che se uno studente si trova veramente impegnato con il Cristianesimo e la vita della Chiesa, si trova facilmente a disagio nella scuola. Il movimento di G.S. ha avvertito questo disagio già da molto tempo: sei e cinque anni fa i motivi di tale disagio sono stati studiati ed espressi in due convegni cittadini.
Ciò che noi vogliamo non è certo impedire ai professori di dire le cose secondo una loro concezione, ma ci permettiamo di chiedere che essi non facciano della loro cattedra uno spunto di continuo attacco alla Chiesa, un pretesto per tentare di sgretolare la coscienza anche di un solo ragazzo; chiediamo che essi non esulino dai loro compiti didattici.

5. Valore del tempo libero

Se la scuola non aiuta in quel lavoro di paragone tra la tradizione e le materie di studio, quando noi possiamo farlo? Solo nel tempo libero. E’ questo il valore delle libere associazioni giovanili: aiutare a compiere quel paragone che la scuola non fa.
E’ un grave pericolo per questa libertà il tentativo che si sta facendo di rendere istituto normale le associazioni scolastiche, di qualificarle cioè come effettivamente rappresentanti tutti gli studenti. Esse prolungherebbero nel tempo libero il tipo di educazione della scuola come è oggi, attirando i ragazzi con la prospettiva di «mettere insieme tutte le idee ed educare alla democrazia». In realtà in esse avviene una convivenza (quando non sia scontro) tra ragazzi ideologicamente non preparati; perciò le associazioni scolastiche finiscono per fare il gioco di idee non cristiane, o addirittura di certa propaganda politica, che si avvale dell’equivoco per affermarsi. Un ragazzo che si metta a discutere prima di maturare nella propria idea normalmente viene sopraffatto, o rimane cattolico per conformismo, oppure infine tratta la propria fede come un’idea accanto alle altre, o la difende per partito preso.
E’ necessario invece approfondire la propria idea in un movimento qualificato prima di politicizzare la propria posizione.
Noi vogliamo perciò che ci sia lasciato lo spazio per questo approfondimento il quale soltanto può generare una maturità tale da permetterci un dialogo con gli altri: il nostro è desiderio di sicura e valida democrazia.
G.S. agli studenti cristiani si propone come luogo di questo impegno di coscienza, di cultura, di vita, cui è legato il destino della tradizione cristiana in loro stessi e nella società.
G.S. perciò chiede ad essi la precedenza nell’impiego del loro tempo libero (già così poco), – e agli istituti scolastici una perfetta uguaglianza di diritto con le forme associative scolastiche: perché se queste sono basate su una preoccupazione educativa diversa dalla nostra, la libertà democratica deve essere identica per tutti.

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