«Vi prego, non pubblicate quelle vignette!»
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Cari amici di Tribuna,
l’atto criminale dei due fanatici islamici nei confronti della redazione di Charlie Hebdo ha toccato la coscienza di molti. E il bisogno di chiarezza, di capire come mai si può arrivare a tanta ferocia. Alcuni, in verità, si sono anche interrogati sulle ragioni della satira. Molti hanno manifestato con lo slogan «Je suis Charlie». Anche Tribuna ha dato spazio a molte interpretazioni. Anche alla mia.
Abbiamo poi assistito all’altro orribile delitto: l’uccisione di innocenti cittadini ebrei che si preparavano a celebrare le festività dello shabbat.
Oggi ho letto della volontà di pubblicare per una settimana le tristi vignette del giornale satirico francese su Tribuna, come su altri media mondiali.
Posso esprimere il mio disappunto? Mi pare che siamo di fronte a un mondo della comunicazione impazzito, dove sembra che ci si debba muovere con tutti i mezzi possibili solo per difendere la «casta». Scusate, non voglio essere offensivo. Mi addolora vedere che di fronte ad altre gravissime tragedie si stenda più una coltre di silenzio che una appassionata volontà di comunicazione. Ho già detto dei due pesi e due misure nei confronti degli inermi fedeli ebrei trucidati nel supermercato. Soffro per i tanti cristiani uccisi, espropriati, venduti come schiavi, di cui scompare la memoria. Non posso non ricordare le migliaia e più di bambini uccisi nel grembo della madre, e questo si vorrebbe fare passare come atto di libertà. Ma non è forse della stessa natura della libertà di offendere le convinzioni altrui in materia di religione, per cui ciò che è «sacro» diventa disponibile per chiunque, senza alcun limite?
Amici, non sono le vignette in questione, ma una idea di uomo, di libertà e di rispetto. San Marino si è sempre distinta per il suo amore alla libertà, e la sua storia è un grande monito per tutto il mondo. Una libertà che non rinnega le proprie radici per sentirsi tale. E non sarà deridendole che si farà il bene della società, in particolare dei giovani. Che, sia detto per inciso, a volte sanno riconoscere con chiarezza quando si trovano di fronte al rispetto o alla manipolazione (e sarebbe interessante riflettere – un’altra volta – sulle manipolazioni che, in nome della educazione alla salute, per esempio, diventano propaganda di una visione della vita e della sessualità arbitrarie e anche disgustose).
Mi è capitato di leggere su un giornale di atei che si pretendono razionali queste considerazioni: «L’assalto al Charlie Hebdo ha trasmesso al mondo un messaggio chiarissimo: due fanatici, inneggiando al proprio dio e al proprio profeta, hanno trucidato la redazione di un giornale dichiaratamente ateo. Un messaggio, nella sua tragicità, molto forte. Tantissimi essere umani, in qualunque parte del pianeta, hanno percepito il pericolo rappresentato dall’estremismo religioso.» E dopo queste considerazioni il solito mantra sull’ateismo e sulla libertà di pensiero.
Amici di Tribuna, la vostra e nostra intelligenza può di più. Non abbiamo bisogno di coloro che in nome della loro «laicità» fanno scempio della nostra ragione, cultura e storia.