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Artigiani a Betlemme: una speranza per la Terrasanta

Fonte:
CulturaCattolica.it

Siamo in fila con altre decine di pellegrini: stiamo scendendo nella Grotta di Betlemme. Ci sarà tempo per ricordare che anche la Stella è stata ostaggio dello Status Quo; adesso è il momento della contemplazione del Mistero. In questo punto dell’Universo il Cielo è sceso sulla Terra, Dio è apparso in forma umana nella persona del Verbo incarnato. In reverente silenzio, ci chiniamo a baciare la Stella a 14 punte (secondo il triplice elenco delle generazioni della genealogia di Cristo, “Figlio di David, figlio di Abramo”, nel vangelo di san Matteo, 1, 1-17: da Abramo a Davide, 14 generazioni; da Davide alla deportazione in Babilonia, 14 generazioni; dalla deportazione fino a Cristo, 14 generazioni). A fianco della Grotta, un altro spazio delimita la Mangiatoia in cui il neonato Gesù fu deposto da Maria. Un gruppo di pellegrini entrati prima di noi intona il Canto “Tu scendi dalle stelle”. Un pope massiccio e barbuto scende dalla scaletta di sinistra e con voce alterata ci chiede di uscire dalla Grotta: è l’ora della cerimonia dell’incenso. Salim con tono pacato scambia con lui alcune battute; tanta precipitazione è un po’ sospetta, e probabilmente ha giocato qui la severità delle regole: nessuna manifestazione di culto è possibile ai cattolici nella Grotta, solo negli spazi a loro destinati. Usciamo con una certa tristezza, recandoci nella vicina chiesa di Santa Caterina, costruita nell’Ottocento ed affidata alla Custodia Francescana. Qui possiamo meditare, pregare ed ascoltare gli approfondimenti storici e teologici di Salim e di don Franco. Poi attraverso la navata di destra scendiamo nel complesso delle grotte adiacenti alla Grotta della Natività, dove don Franco, in quella chiamata di san Giuseppe, celebra la Santa Messa, una Messa di Natale! Gli spazi angusti giocano un piccolo scherzo a Licia, che accusa un lieve malore, niente di preoccupante. Il Coro ci guida con dolcezza: “Adeste fideles”, poi l’antico “Gloria ’n cielo”:

Gloria’n cielo e pace’n terra: nat’è ‘l nostro Salvatore
Nat’è Cristo glorioso, l’alto Dio maravelloso,
fatto è hom desideroso lo benigno Creatore.
Gloria’n cielo…
Pace’n terra sia cantata, gloria’n ciel desiderata,
la donzella consacrata parturì tal Salvatore.
Gloria’n cielo…

E per concludere: “In notte placida”. Visitiamo il complesso delle grotte, con la zona dedicata ad uno dei santi più innamorati di Betlemme: san Girolamo, l’antico traduttore della “Vulgata”.
C’è tempo ancora per destinare ai Francescani delle offerte per Sante Messe, ricordando vivi e defunti; poi miracolosamente, nella Basilica vuota, Salim ci riporta alla Grotta! Sostiamo a lungo pieni di stupore inesausto. E poi fuori, nella luce cristallina del tardo pomeriggio, tra venditori di collane e di pashmine a prezzi irrisori, ci dirigiamo verso la Grotta del Latte: qui secondo la tradizione, Maria allattò Gesù: delle gocce cadute in terra fecero diventare la grotta candida come il latte. Il luogo è meta di donne che chiedono la grazia della maternità e della felice cura dei neonati. Anche noi preghiamo per tutte le mamme ed i bambini. Ma la visita a Betlemme non è conclusa: ci attende il “Good Shepherd’s Store”, uno splendido show room legato ad una cooperativa di artigiani di Betlemme. Un’opera che permette a centinaia di famiglie di vivere e di lavorare, intagliando il legno, preparando oggetti sacri e souvenir, e adesso anche gioielli, metalli preziosi e diamanti. Soprattutto le signore rimangono folgorate dall’abbondanza e dalla bellezza del materiale nelle bacheche e sugli scaffali: da formelle con i mosaici di Tabgha a prodotti del Mar Morto, da presepi da “sacrestia” (statue di circa un metro d’altezza), alle infinite variazioni dei rosari e delle Croci di Gerusalemme. Don Franco dopo un’oretta sospira con una battuta scherzosa: “Questo è il momento più difficile del pellegrinaggio”. Ma siamo felicissimi di porre mano ai portafogli per oggetti così curati e per un’opera così importante. Dietro alla cassa, una foto del Giuss e il manifesto di Natale di CL scritto in arabo! Poi il responsabile del Movimento in Terrasanta, Sobhy Makhoul, ce ne regalerà uno a testa. Fraternità anche qui, nel luogo più significativo del mondo per i Cristiani.

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