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Nel deserto l’oasi di Gerico

Fonte:
CulturaCattolica.it

Mentre usciamo dalla porta di Damasco, un gruppetto di una decina di donne palestinesi innalza dei cartelli: “Stop Gaza”, e grida slogan contro l’intervento israeliano nella Striscia. A distanza si forma un capannello di curiosi, cui ci uniamo anche noi per alcuni istanti, mentre una pattuglia di soldati israeliani controlla da lontano, senza coinvolgersi troppo. Questa, assieme ad uno striscione palestinese a Nazareth, è stata l’unica manifestazione di protesta cui abbiamo assistito nella settimana della nostra permanenza; per contro, giovani israeliani con bandiere stellate biancazzurre presidiavano i semafori della Galilea, volantinando e spiegando le ragioni dell’altra parte. Saliamo sul pullman e riprendiamo la strada del Deserto di Giuda, già percorsa pochi giorni prima. Salim ci introduce alla mezza giornata che trascorreremo oggi in questi luoghi. La presenza di un deserto (di rocce e di terra, non di sabbia), a ridosso di zone densamente abitate, si giustifica con la quasi assoluta mancanza di piogge nella depressione della Valle del Giordano. Nella Bibbia le zone desertiche sono associate alla presenza malefica di satana, mentre nel Vangelo esse sono citate molte volte, anzitutto come luogo delle tentazioni di Cristo. Il popolo ebreo fuggito dall’Egitto rimane nel deserto per 40 anni (tutta la generazione dell’Esodo si rinnova, e un popolo nuovo entra nella Terra Promessa); mentre Gesù vi digiuna per 40 giorni e 40 notti (40, cifra legata anche alla Quaresima). Non si possono dimenticare poi i “Padri del deserto”, eremiti che vivevano nelle grotte in agglomerati chiamati “lavra”, nei quali avevano anche un incontro settimanale. Il paesaggio arido e desolato scorre sotto i nostri occhi; rivediamo il caravanserraglio turco che ci rammenta l’episodio del Buon Samaritano... ed ecco Gerico. Scavi archeologici, che scorgiamo da lontano, la accreditano come la città più antica del mondo (8000 a. C.), fecondata da una abbondante sorgente. Siamo in Cisgiordania; la zona di Gerico con gli accordi di Oslo fu tra le prime a passare, sia pure con alterne vicende, sotto il controllo palestinese. Entrando nella periferia della città, vediamo ruderi di case bombardate e abbandonate; anche il Casinò, che avrebbe dovuto farne una specie di Las Vegas della Cisgiordania, è chiuso, mentre funziona ancora il vicino Hotel a 5 stelle. Giriamo lentamente col pullman per le vie desolate della città, “la città dei datteri” ci dice Salim, indicandoci anche un gigantesco sicomoro che viene associato all’episodio evangelico di Zaccheo. Ventimila abitanti, mille cristiani, ecco lì una piccola chiesa cattolica. Ad un tratto Luigi lancia un grido: “Mi chiamano da Milano, sta nevicando da parecchie ore, sono in emergenza meteo!”. La cosa da un lato suscita una certa ilarità (noi ci troviamo nel deserto con un caldo sole!), dall’altro ci preoccupa un poco: siamo ormai prossimi al ritorno, e la neve può arrecare disturbo al nostro rientro. Ma ci sarà tempo per occuparsene. Prima del pranzo visitiamo da lontano il Monte della Quarantena: da un belvedere accessibile al pullman (una torma di ragazzini ci assale implorando qualche monetina), contempliamo il monastero inerpicato sulle rocce, che ricorda le tentazioni di Cristo. La prima tentazione è commemorata da una pietra a forma di pane all’interno della cappella; la terza viene fatta coincidere con la cima del monte, mentre la seconda (“il pinnacolo del tempio”) è collocata nell’angolo sud-est della spianata a Gerusalemme.
Ci rechiamo quindi al “Temptation Hotel” (nome sempre in tema biblico; solo la distrazione consumistica può associare la “tentazione” al vasto show room di oggetti vari, che fa nel pomeriggio la gioia delle signore), dove il gustoso menu non si discosta troppo da quello consueto, salvo che per un gatto che ogni tanto provoca urletti di spavento alle nostre sensibili ragazze. Nel cortile antistante ammiriamo un cammello, alcuni pavoni, e una freschissima fontana, mentre l’ovovia diretta al Monastero passa sopra le nostre teste.

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