Sant’Anna e i Crociati in Terrasanta
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“Old City”: la Città vecchia, lo spazio più suggestivo di Gerusalemme, un chilometro quadrato tutto recintato da mura antichissime, più volte distrutte e ricostruite. Attraverso una breve salita ci dirigiamo alla Porta dei Leoni (Lions’ Gate) che prende il nome da quattro stemmi a forma di leone scolpiti dal sultano Baibars. Si chiama anche Porta di santo Stefano perché ricorda la lapidazione del Protomartire: «Lo trascinarono fuori dalla porta della città, e si misero a lapidarlo» (At 7,58). Noi però siamo diretti alla Chiesa di Sant’Anna, dove la tradizione apocrifa colloca la casa natale della Vergine Maria. Siamo in leggero anticipo sull’orario di apertura (il complesso è gestito dai Padri Bianchi francesi), e quindi ci attardiamo nei pressi della Spianata del Tempio, dove vi è un folto gruppo di militari vigilanti in assetto di guerra. Guardie israeliane e palestinesi convivono a pochi metri di distanza, e fraternizzano senza troppe difficoltà. Salim ci spiega la struttura della Città vecchia: quattro quartieri: Ebreo, Armeno, Cristiano e Mussulmano. Una quantità impressionante di monumenti e luoghi di memoria, legati soprattutto alla Passione, Morte e Resurrezione di Cristo. Il Tempio di cui si parla qui non è quello antichissimo di Salomone, edificato sul Monte Sion e già distrutto da Nabucodonosor nel VI secolo a. C., bensì quello di Erode il Grande, a sua volta distrutto dai Romani in due riprese. Siamo già sulla direttrice della Via Dolorosa, ma ce ne accorgeremo solo l’indomani. Ecco che si spalanca il portone d’accesso alla zona archeologica della “Piscina probatica”, o delle pecore, e alla Chiesa crociata di Sant’Anna (dal nome della mamma della Madonna). Anche chi diceva (comunque nessuno di noi) che “in fondo le Chiese in Terrasanta sono piuttosto moderne e non memorabili come bellezza architettonica”, qui deve ricredersi: Sant’Anna è una splendida Chiesa medioevale, costruita dai Crociati nel 1140 e dedicata alla madre di Maria. Interno armonioso, luce calda, sonorità acustica straordinaria. Tanto che il Coro ci fa estasiare con due canti polifonici:
Nitida stella
Nitida stella, alma puella, tu es florum flos:
o Mater pia, virgo Maria, ora pro nobis!
Jesu Salvator, mundi amator, tu es florum flos:
O Jesu pie, fili Mariae, eia, audi nos!
Coeli Regina, virgo divina, tu es florum flos:
o Mater pia, virgo Maria, ora pro nobis!
Traduzione:
Nitida stella, benefica fanciulla, tu sei il fiore dei fiori;
o madre pia, vergine Maria, prega per noi.
Gesù salvatore, che hai amato il mondo, tu sei il fiore dei fiori;
o Gesù pio, figlio di Maria, ti preghiamo, ascoltaci!
Regina del cielo, Vergine divina, tu sei il fiore dei fiori;
o madre pia, vergine Maria, prega per noi!
Egli è
Egli è il Tuo bon Jesù, che ti darà il suo Amor.
Egli è Jesù sì Egli è Jesù, Egli è il Tuo bon Jesù.
Egli è il Tuo bon Jesù, che ti darà il suo Amor.
Alla fine qualcuno dice: “Sembravate un Coro di quaranta elementi”. Ed è proprio così. La bellezza del luogo ci fa accorgere della superficialità con cui si identificano i Crociati con rozzi soldati dediti solo alla guerra: qui siamo di fronte ad una genialità e ad una fede che stupiscono e commuovono. Ed è così sempre, quando si parla di presenza crociata in Terrasanta. Don Franco si accalora in una meditazione sulla Vergine Maria (la cui Natività viene ricordata nella Cripta), ma il Padre Bianco che fa da custode non è molto conciliante, e ci richiama: “Niente spiegazioni in chiesa”. Con belle maniere gli faccio notare che si trattava di “un’omelia”, ma lui è irremovibile: “Canti sì, spiegazioni no”. Arrivano poi i Nigeriani già incontrati in altri luoghi che ci travolgono tutti con una serie di canti trascinanti. Peccato che non abbiano sentito il nostro Coro. Usciamo attraverso delle suggestive reti da pesca usate a mo’ di tende, e visitiamo la vasta zona archeologica della Piscina Probatica, quella del miracolo del paralitico che Gesù guarisce direttamente, senza che si immerga nell’acqua prodigiosa. Salim ci dà il punto di ritrovo: “Tutti sotto l’albero del pepe di fronte alla Chiesa”. Succede anche questo in Terrasanta.