Andrej Andreevich Fedukovich
1875 – 1925- Autore:
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Padre Andrej, conclusi gli studi al seminario diocesano, è ordinato sacerdote cattolico di rito latino nel 1902. Celebra la sua prima messa nella chiesa di S. Caterina di Pietroburgo e dal 1904 è destinato all’insegnamento della religione a Zhitomir dove dimostra di essere particolarmente adatto all’educazione dei giovani. Dal 1915 è cancelliere della curia vescovile e parroco della cattedrale di Zhitomir. Dal 1920 è responsabile del sistema educativo di tutta la diocesi e impegnato nelle attività assistenziali. Durante la guerra civile difende gli ebrei che trovano rifugio nella casa parrocchiale. Prima dell’arrivo dei sovietici gli propongono di riparare in Polonia, ma egli rifiuta per poter restare con i suoi parrocchiani.
Nel 1923 viene arrestato per la prima volta e liberato dopo breve tempo. Nel 1924 è arrestato per la seconda volta e rinchiuso nella prigione di Charkov. Il vescovo Ignacij Duboskij, che si era rifugiato in Polonia, lo nomina suo vicario per tutto il territorio della Volynia e il 15 ottobre 1924 gli scrive una lettera per invitarlo in Polonia a curare la sua salute.
Sotto la tortura padre Andrej riconosce l’accusa di essere a servizio dello spionaggio polacco e sottoscrive una lettera al Papa in cui afferma che “nell’URSS non esiste persecuzione contro la Chiesa cattolica e i sacerdoti vengono arrestati per la loro attività politica e spionistica in favore della Polonia”. Il 16 novembre 1924 la lettera viene pubblicata sulla stampa sovietica. Padre Andrej, dopo l’estorta confessione, viene liberato in uno stato di profonda depressione. Il 4 marzo 1925, dopo essersi confessato da padre Stanislav Jachnevich, si suicida cospargendosi di benzina e dandosi fuoco. Ai parrocchiani accorsi per salvarlo Padre Andrej grida le sue ultime parole: “Ho peccato contro l’umanità”. I fedeli non se la sentono di accusarlo per il suo suicidio; preferiscono considerarlo un eroe.