Iosif Stanislavovich Lukianin, sacerdote cattolico
Condividi:

Iosif Stanislavovich Lukianin, sacerdote cattolico

Fonte:
CulturaCattolica.it
1885 – 1937

Padre Iosif nasce nel villaggio Kazarma, distretto della Dvina, governatorato di Vitebsk. Studia al seminario di San Pietroburgo, nel 1914 viene ordinato sacerdote di rito latino e nominato vicario della chiesa di Pinsk. Tra il 1915 – 1917 è cappellano militare ed in seguito esercita il ministero presso la chiesa di Polock. Il 7 agosto 1922 è arrestato assieme al parroco padre Iosif Dzemjan per aver rifiutato di presenziare alla profanazione delle reliquie del beato Andrej Bobola. Il 12 ottobre è messo in libertà con l’impegno di non lasciare il luogo di residenza. Il 4 settembre 1923 viene assolto. Nel 1925 è nuovamente arrestato, ma poco dopo è rimesso in libertà per ragioni di salute. Dal 16 settembre 1927 è parroco a Chasy, regione di Mogilev. Il 17 agosto 1928 è arrestato “per sistematica propaganda antisovietica nel corso di prediche che sobillano i fedeli contro il governo sovietico”.
La causa dell’arresto è la predica tenuta da padre Iosif nel villaggio Jurkevich durante la quale aveva annunciato che il sacerdote Iosif Zhamojtuka, sotto pressione della polizia aveva pubblicamente rinnegato il proprio sacerdozio. Padre Iosif Lukjanin, rivolto ai fedeli aveva detto: “Voi dovete credere in Dio in ogni situazione e sempre, anche se vi arrestano e vi spediscono in Siberia o in un’altra località, anche se manca la chiesa e il sacerdote non dovete perdervi d’animo; se non c’è la chiesa pregate in casa, riunitevi in due - tre persone e Dio sarà con voi … Dopo che il vostro pastore vi ha abbandonato, voi credete in Dio?”. I fedeli rispondono unanimi a gran voce:”Crediamo in Dio”.
Il 13 marzo 1930 padre Iosif è condannato a 10 anni di lager da scontarsi nel lager di Syzran’; in seguito è trasferito alle isole Solovki dove giunge il 16 giugno 1930. Nell’ottobre del 1931 è condannato al regime severo dell’isola Anzer dove il 5 luglio 1932, nell’ambito dell’inchiesta collettiva sul clero cattolico, è accusato di “aver celebrato riti teologici (sic) e religiosi e ha stabilito contatti clandestini con l’esterno per trasmettere informazioni di carattere spionistico sulla situazione dei cattolici nell’URSS”.
Il 9 ottobre 1937 padre Iosif Lukjanin è condannato alla pena capitale e fucilato il 3 novembre 1937.