Associazione Cultura Cattolica

Antonij Leshchevich, sacerdote cattolico

1890 -1943
Fonte:
CulturaCattolica.it

Padre Antonij nasce non lontano da Vil’nius (Lituania) da famiglia polacca, ma in ambiento bielorusso. Nel 1902 frequenta il ginnasio presso la parrocchia di Santa Caterina a Pietroburgo e nel 1909 il seminario teologico cattolico della stessa città. Viene ordinato il 13 aprile 1914 e destinato come insegnante di religione nell’estremo Oriente dove rimane per 25 anni. Prima è vicario a Irkusk e a Chita e dal 1917 a Charbin. Dal 1924 è parroco della chiesa di San Iosafat nella stessa città dove riesce a costruire una chiesa, la casa parrocchiale, un asilo per i poveri e una scuola. Quando il lavoro di tanti anni stava per offrire molti frutti e lui godeva della stima di tutti i parrocchiani, padre Antonio decide di entrare in monastero. Ottenuta l’approvazione da Roma si trasferisce in Polonia e entra nel monastero dei padri Mariani. Terminato il noviziato riprende la sua vocazione missionaria e alla fine di agosto 1939 ritorna nell’URSS a Rosica, città della Bieolorussia orientale, coadiuvato dal sacerdote Kashira della stessa congregazione. Essi rimangono sul posto anche durante l’occupazione tedesca. Dal 1942 nel territorio sono attivi i partigiani sovietici. Per spaventare la popolazione che sosteneva i partigiani sovietici, i tedeschi iniziano un’operazione di rastrellamento. Sacerdoti e suore decidono di restare sul posto assieme alla popolazione. I tedeschi arrestano la gente e la ammassano nella chiesa. I sacerdote confessano i fedeli e li preparano alla morte. Il 17 febbraio 1943 la chiesa viene incendiata e padre Antonio incontra la morte assieme a centinaia di suoi parrocchiani.
Il 13 giugno 1999 il Papa Giovanni Paolo II, a Varsavia annovera padre Antonij alla schiera dei beati.