Associazione Cultura Cattolica

Vitold Iosifovich Pashkevich

1882 - !941
Fonte:
CulturaCattolica.it

Padre Vitold nasce nel villaggio di Krasnye Strugi, regione di San Pietroburgo. Conclude gli studi presso il seminario cattolico di San Pietroburgo e nel 1906 viene ordinato sacerdote di rito latino. Esercita il ministero in diversi villaggi e in seguito è nominato vicario generale della diocesi di Mogilev e di Minsk dal vescovo Boleslav Sloskans. Dopo essere stato costantemente angariato dal GPU, nell’autunno del 1927 viene arrestato a Mogilev. Il 31 gennaio 1928 è accusato di aver organizzato una dimostrazione di fedeli per la liberazione del vescovo Boleslav e di aver creato dei circoli controrivoluzionari “associazioni del santo Rosario, del Sacro Cuore di Gesù, del cuore di Maria, di S. Francesco, di San Giuseppe e di Sant’Antonio”. Viene liberato con l’impegno di non abbandonare il luogo di residenza.
Nella notte fra il 26 – 27 gennaio 1930 è nuovamente arrestato con l’accusa di aver tenuti contatti con rappresentanti del Vaticano e con i cattolici della Polonia, e inoltre di aver fomentato sentimenti contrari al governo sovietico. Uno dei testimoni all’interrogatorio conferma che padre Vitold dichiarò: “Nell’Unione Sovietica la chiesa cattolica è perseguitata, viene oltraggiata come prima capitava agli uniati. Occorre riunire le forze, credere in Dio, bisogna disonorare coloro che tradiscono la propria religione e premunire i credenti ad essere prudenti”.
Il 13 maggio 1930 padre Vitold è condannato a 5 anni di lager. Il 28 luglio 1930 la pena è portata a 10 anni da scontarsi alle isole Solovki a regime severo prima nel Cremlino e poi all’isola Anzer, essendo, come spiega il capo del lager “un detenuto particolarmente testardo nel sostenere le proprie idee”. Secondo il giudizio delle autorità del lager “Pashkevich non lavora con entusiasmo, compie la norma all’80%, non partecipa alle riunioni sociali e culturali. Il comportamento è soddisfacente, ma ha uno spirito antisovietico”. Il 5 luglio 1932 è arrestato nel lager per “aver svolto propaganda antisovietica , per aver celebrato clandestinamente la liturgia e riti religiosi ed aver tenuto legami illegali con persone in libertà allo scopo di trasmettere notizie spionistiche sulla situazione dei cattolici nell’URSS”.
Durante l’interrogatorio padre Vitold dichiara: “Considero il cattolicesimo più importante del potere sovietico. Sono un difensore profondamente convinto del cattolicesimo e nulla al mondo mi trascinerà nella parte opposta. In nessun modo sono in accordo con le misure del potere sovietico contro il cattolicesimo”. Il 26 settembre 1933 espatria in Lettonia grazie ad uno scambio di prigionieri. Qui esercita il ministero nella parrocchia di Kraslav dove rimaner anche durante l’occupazione dei sovietici.
Il 30 giugno 1941 viene arrestato in Lituania e, secondo la prassi sovietica di uccidere tutti i prigionieri prima di ritirarsi, il 1 luglio 1941 anche padre Vitold Pashkevich viene barbaramente ucciso.