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Prete Liprando 3 - “Videro e credettero”

Fonte:
CulturaCattolica.it

“Ecco è arrivato, Dio l'ha salvato
L'arcivescovo è scappato. Gloria a Liprando!
E io non ho visto niente”

SI RICOMINCIA DAL CIOLLA - Siamo sempre sulla lunghezza d’onda del ciòlla di Como che non ha visto un accidente, non ha visto il clamoroso prodigio di Prete Liprando che attraversa indenne i carboni ardenti e dimostra il vero contro il potere clericale. Non ha veduto: e dunque come avrebbe potuto credere alcunché?
Si dà il caso che “Videro e credettero” sia proprio il titolo di una mostra che ha tanto girato l’Italia e che abbiamo allestita anche a Pozzuolo Martesana. La scritta rossa “Videro e credettero” campeggia sul suo manifesto appena affisso nella piazzetta della bella gotica chiesa di San Francesco. Ma… ecco sul vecchio sbrecciato muro prospiciente da chissà quando tracciato in spray nero un cubitale supplicante “Credimi e vedrai”. Sempre vedere e credere, ma in ordine inverso.

CUCCIOLA TI AMO, CREDIMI - “Videro e credettero” è quanto riferisce il Vangelo a riguardo di Pietro e Giovanni accorsi cuore in gola al sepolcro di Gesù dato per vuoto dal notiziario mattutino delle pie donne. “Credimi e vedrai” è invece quanto supplica un anonimo cuore infranto, sedotto e abbandonato, come inequivocabilmente si desume dal prosieguo della scritta sempre in spray nero “Amore non te ne andare. Cucciola ti amo”.
Un chiasmo straordinario: vedere e credere che si scambiano d’ordine, precisamente andando all’opposto di dove l’ideologia moderna li vorrebbe. E cioè il credere al di là dell’esperienza dalla parte della fede religiosa, e il vedere come esperienza senza tante balle dalla parte della vita concreta.

POZZUOLO E L’ILLUMINISMO - Sui muri di Pozzuolo però si illustra esattamente il contrario: un'esigenza della vita concreta, l’amore più o meno deluso, invoca un atto di fede previo e, per così dire, al buio, quindi senza ragioni plausibili (“credimi e vedrai”); è una mostra sul cristianesimo che viceversa propone in primo luogo il vedere, l’esperienza, come condizione (non sufficiente, ci vuole la Grazia; ma necessaria) del credere ragionevole.
Pozzuolo Martesana, chi l’avrebbe mai detto, una roba meno di Nazaret, ma molto meno, che mette in crisi noi “moderni” inzuppati d’illuminismo utilitaristico della mutua, convintissimi di sapere già come stanno le cose: cioè a dire che la religione si sposa con il fideismo e gli umani interessi con il razionalismo.

SAPPIAMO CHE NON SAPEVAMO - Tocca ammettere che ci eravamo sbagliati. Credevamo di sapere ma forse non sapevamo. Bene, ora che sappiamo che non sapevamo, visitiamo la Mostra per l’anno della fede traendone miglior giovamento, e più chiara constatazione della gioia e della bellezza di essere cristiani. Perché, come acutamente scrisse Barbara Ward, gli uomini raramente apprendono quello che credono di sapere già.

ZACCHEO NON ERA UN CIOLLA - Il ciòlla di Como dell’ode jannacciana non ha visto un accidente probabilmente, io penso, perché non era poi così realmente ansioso e deciso a vedere. Non aveva il cuore urgente. La gente tossiva e piangeva ma stava lì perché voleva vedere. Zaccheo era piccinino e perché era davvero deciso a vedere Gesù si arrampicò su un albero. Il ciòlla di Como invece… non ha mosso un dito. Vedere non è operazione che avvenga senza il bruciore della ferita e senza l’impegno della libertà.

APOSTOLI INCAPACI DI VEDERE- A tal proposito, ocio a cosa ha detto Julian Carròn predicando gli Esercizi della Fraternità di CL: “Gesù è tornato. Vivente. Se c’è un momento in cui prevale di nuovo la Sua presenza viva è la Risurrezione. Che impressione vedere i discepoli stupiti dell’imporsi della Sua presenza viva e inesorabile! Ma vediamo anche Gesù lottare con la loro incapacità di vedere: «I discepoli non si erano accorti che era Gesù». Alla faccia! Beh se anche gli Apostoli…. siamo in buona compagnia.

MA SE LUI E’ VIVO… - Ocio però a come prosegue Carròn: “Provando una volta dopo l’altra a farli uscire dalla propria misura, attraverso un certo modo di dire: ‘Maria’, oppure attraverso un miracolo: ‘Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete’, Gesù vuole far venire fuori la fede, la certezza dei suoi discepoli: ‘È il Signore’. Si può ripartire sempre perché Lui è vivo. Il Vivente. Per far loro riprendere vita non si accontenta di restare una presenza inattiva. È una presenza che prende iniziativa per rispondere al loro bisogno”. (J.Carron, “Chi ci separerà dall’amore di Cristo?”, Esercizi della Fraternità di Comunione e Liberazione, Rimini, 2013)

T’è capìi, ciòlla d’un ciòlla de Còmm senza il cuore urgente? Ma del cuore urgente, cambiando canzone, che l’è ora, parleremo la prossima volta, con Giovanni telegrafista.





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