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L'apprendista... insegnante: 1 - Il cuore

Autore:
Mocchetti, Giovanni
Fonte:
CulturaCattolica.it
Suggerimenti di metodo per i docenti che vogliono imparare questo mestiere



Domande di partenza

Come si fa a diventare "...complici di possibilità trascendenti…corrieri dell'essenziale…" (G. Steiner) di ragazzi che si trovano a vivere, tra gli 11–14 anni, il "tempo segreto" dell'adolescenza? Com'è possibile risvegliare la loro ragione e il loro cuore, così da traghettarli nella totalità del reale, proponendo ipotesi di valore, ideali affascinanti per cui impegnare tutta la ricchezza della loro iniziale giovinezza? Come si fa, cioè, a diventare maestri interessanti, liberi da pretese e da false attese, maestri che conducono questi ragazzi lungo piste inesplorate alla ricerca di tesori sepolti da riportare alla luce, usando mappe, picconi, sudore? Com'è possibile renderli protagonisti dell' avventura più appassionante che possa essere sperimentata: quella della vita quotidiana affrontata con impeto, baldanza, speranza, certezze, desideri, curiosità? Come si fa a guidarli nell'acquisizione di un bagaglio di conoscenze? Come si può aiutarli a crescere attraverso un paziente lavoro intessuto di rapporti veri, costruiti nel tempo e nella gratuita e tenace offerta di sé? Insomma come s'impara ad educare? Come s'impara ad insegnare?

Conservare lo stupore dell'inizio

Innanzitutto occorre conservare ogni giorno lo stupore dell'inizio: non bisogna mai perdere la curiosità e il desiderio di un'avventura sempre nuova che ogni mattina comincia in classe con i volti che ci sono stati donati. Questo è il motivo per cui si viene a scuola, anche dopo decenni di esperienza: incontrare delle facce con le quali condividere un rapporto che diventi nel tempo familiarità e affezione. L'educare è un rapporto e ciò vale sia per i docenti che per gli alunni, i quali hanno questa attesa: essere incontrati a tu per tu da ciascuno di noi ed essere guidati dentro la realtà verso luoghi interessanti da esplorare.
E' fondamentale quindi conservare una passione per tutta la realtà, non solo per il pezzettino di sapere che hai acquisito e che devi consegnare. Occorre vivere tutto e consegnare ciò che si è ricevuto, tenacemente, instancabilmente, cordialmente.

Consegnare la certezza ideale

Si deve consegnare la certezza ideale che ha dato senso alla propria vita, certezza che non è mai un discorso sui cosiddetti "valori", sui doveri proposti senza esplicitarne né lo scopo né la convenienza. Il bello, il vero, il bene, il giusto sono ciò a cui la nostra persona è stata educata: ma come abbiamo fatto ad imparare questi "criteri esplicativi della realtà"? Abbiamo guardato, ascoltato e vissuto insieme a persone che "respiravano" queste certezze e le comunicavano usando di tutto, dalla parola al gesto, dallo sguardo al farti sentire come la cosa più preziosa di questo mondo. "Se qualcuno ti ha educato, lo avrà fatto certamente con la sua vita, non solo con le parole..." (P. P. Pasolini – Lettere Luterane)

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