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Il rapporto tra i sessi nella SF 5 - Dal puritanesimo alla trasgressione

Fonte:
CulturaCattolica.it

Jerry Cornelius e le trasformazioni della fantascienza
Correva l’anno 1961. Ma in quegli stessi anni nella letteratura di SF si stava preparando una rivoluzione. Proprio nel 1961 Philip Jose Farmer aveva ripubblicato in romanzo un proprio racconto del 1952 (Gli amanti o Un amore a Siddo), in cui per la prima volta si parlava di rapporti sessuali tra un uomo ed una femmina aliena umanoide (in realtà una specie di insetto che aveva assunto forme umane). Un anno prima era uscito il romanzo “Venere più X” di Theodore Sturgeon, complessa descrizione di una società composta da ermafroditi. Da questo momento in poi, e in modo significativo dopo il 1968, le tematiche riguardanti la sessualità umana entravano abbondantemente nella letteratura fantascientifica, tanto che la studiosa canadese Justine Larbalestier ha dedicato ad esse la propria tesi di dottorato, scrivendo un ampio e documentato saggio, The battle of sexes in Science Fiction, (10) ancora inedito in Italia.
Le ragioni di questo mutamento sono varie; alcune riconducibili alle variegate evoluzioni del genere fantascientifico, specchio dei vertiginosi cambiamenti sociali del XX secolo. In questo senso il personaggio più emblematico potrebbe essere indicato in quel Jerry Cornelius (11) di Michael Moorcock, la cui saga, quasi del tutto inedita in Italia, ci presenta un bizzarro eroe, un po’ James Bond un po’ James Dean che nelle sue picaresche avventure può cambiare a piacere il suo sesso. Siamo nel cuore della “New wave”, nuova ondata, movimento nato nell’Inghilterra della fine degli anni ’60 come avanguardia di sperimentazioni desiderose di smuovere le acque della SF tradizionale.
In questo senso ha ragione Antonio Scacco quando nel suo editoriale afferma:
“Ma, a partire dagli anni sessanta del secolo scorso, cominciò a farsi strada l’idea che la fantascienza dovesse intendersi come letteratura dell’anticonformismo, della demitizzazione, del nichilismo, della dissacrazione…” (12)
E’ quasi lo stesso giudizio che sulla SF dà un suo rinomato scrittore, Theodore Sturgeon, quando afferma:
Science fiction, outside of poetry, is the only literary field which has no limits, no parameters whatsoever. You can go not only into the future, but into that wonderful place called "other", which is simply another universe, another planet, another species.” (13)
Questa affermazione, se da un lato costituisce un commosso elogio di un genere letterario dalle possibilità sconfinate, e troppo spesso negletto e lasciato ai margini dalla critica ufficiale, dall’altro contiene un equivoco di non poco conto. La presunta onnipotenza demiurgica dello scrittore di SF può portarlo alle fantasie più aberranti, alle stravaganze più surreali, fino a stravolgere la realtà stessa. Ne è un esempio una poesia dello stesso Sturgeon, dal titolo ironico: “Look about you!” (“Guarda attorno a te!”)

Manda un’ombra arancione un cane viola
Nel ciel d'argento, l’atra luna nera pende,
Il sole nero m’imbianca braccia e gola,
Ed ogni suono l’occhio mio comprende.

Piumati pesci in mare vanno a sciame
La terra fluida innalza gonfie fosse.
Tre balene e un cavallo con le squame
Danzando vanno sulle sabbie rosse.

Ciascun qui vive in una meraviglia;
Io vedo rosso quel che vedi blu,
Vedo un color che al verde rassomiglia,
Ma mi domando: cosa vedi tu?
Questo è il mio mondo che mi annoia tanto!
E che a me, vivo, mai darà mercé,
Ogni tuo giorno invece è un puro incanto,
E ne sei stufo almeno quanto me! (14)

Corre alla mente la poesia burlesca di Domenico Burchiello, poeta quattrocentesco già studiato nei Licei per le sue strambe rime:
Nominativi fritti, e Mappamondi,
E l'Arca di Noè fra due colonne
Cantavan tutti Chirieleisonne
Per l'influenza de' taglier mal tondi.

Qui però, al di là del divertissement, è possibile intravvedere una carica eversiva ben documentata nell’ultima strofa: questo mondo solipsisticamente letto come una congerie di assurdità “mi annoia tanto”.
Sono gli esiti dello scientismo diventato ideologia di massa, con la conseguente espulsione di un Dio creatore e l’incomprensibilità di una Creazione da Lui dipendente. L’uomo diventa padrone della realtà, ma i risultati non sono per questo confortevoli.
Di questo occorrerà riparlare.

NOTE
10. JUSTINE LARBALESTIER, The battle of sexes in Science Fiction, Wesleyan University press 2002, pp.299
11. A Jerry Cornelius ha dedicato una splendida voce Diego Gabutti nel suo “Dizionario della Fantascienza”, Milano libri 1981.
12. A. SCACCO, art. cit. pag. 3.
13. “La Fantascienza, al di fuori della poesia, è l’unico campo letterario che non ha limiti né parametri di alcun tipo. Si può andare non solo nel futuro, ma in quel posto meraviglioso chiamato "altro", che è semplicemente un altro universo, un altro pianeta, un'altra specie”. In: THEODORE STURGEON, Intervista con David Duncan, Phoenix 1979.
14. THEODORE STURGEON, Look about you! Apparso originariamente in Unknown, gennaio 1940, in “Un dio in giardino”, Il primo libro dei racconti, Mondadori 1997, pag. 344.

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