I mistero glorioso
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È morto per risorgere, perché la gloria di Dio attraverso la sua venuta nel mondo non è la croce, ma la resurrezione. È morto per risorgere ed è risorto per rimanere. Il miracolo da cui si capisce che è proprio Dio che rimane tra noi, è l'unità, l'impossibile unità tra gli uomini. Il mistero pasquale, innanzitutto, ci è richiamo al più grande avvenimento che il tempo della storia possa albergare in sé. Tutto il tempo e la storia sono fatti per questo: perché ci siano persone che rinascano al Battesimo, rinascano dalla morte e resurrezione di Cristo; la fede in Cristo morto e risorto ci rende nuove creature. Questo è il vero soggetto della vita del mondo, il soggetto vero, quello che ascolta la voce della verità, di Colui che è la Verità, di Colui che è morto per testimoniare la Verità che Egli è: chi vive la coscienza di essere nuova creatura. Questa creatura nuova che il Battesimo porta dentro di noi - nonostante lasci tutte le tracce dell'uomo vecchio in noi e quindi stabilisca un contrasto, una lotta a cui non possiamo sottrarci tutti i giorni -, in questa novità però, portata dal Battesimo, il nostro io lentamente si confonde sempre di più con Cristo. Dire: "Io" significa dire sempre di più: "Tu", "Tu, o Cristo", e giudicare in modo diverso vuoi dire giudicare secondo la Sua mentalità: metanoeite, cambiate mentalità. E amare vuoi dire sempre più amare quello che ama Cristo e come ama Cristo, perché ama Cristo: l'identità tra noi e Cristo, cioè la vita come memoria.