Chinese Cafè/Unchained Melody - Joni Mitchell
L’uomo, la strada, il tempo in una memorabile canzone di Joni Mitchell.- Autore:
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Joni Mitchell
Chinese Cafè/Unchained Melody
LP Wild Things Run Fast – Geffen - 1982
E’ il 1982 quando Joni Mitchell, autrice ed interprete attiva già da più di 15 anni (il primo LP è del 1968, ma si esibiva già dal ’64) compie il suo ennesimo cambio di direzione. Dopo aver incrociato il folk, la cosiddetta ‘westcoast’, il jazz di Mingus e Pastorius, l’LP Wild Things Run Fast segna un ritorno al raffinato pop-rock, pieno com’è di musicisti di eccelso valore e di canzoni memorabili.
E certamente l’apertura è uno degli episodi più convincenti, una profonda riflessione sul tempo che va, quasi una continuazione del tema aperto da The Circle Game 16 anni prima.
Joni è una donna ormai alla soglia dei 40 anni, e si descrive chiacchierare con un’amica
Carol, siamo prese in mezzo,
siamo della classe di mezzo,
di mezza età
eravamo scatenate tanto tempo fa
nei giorni del rock’n’roll
Ma adesso ci si ritrova figli estranei, messi al mondo, ma che non si è stati capaci di educare.
E il ritornello si modula sul ricordo, citando parole e musica di uno standard pop di quei giorni, Unchained melody (ricordate il tema strappalacrime del film Ghost?).
La citazione si incastra a meraviglia nel ricordo del juke-box che passa proprio quella canzone: ‘Oh my love, my darling’. E ci si accorge che la stessa citazione melodica era già presente nell’introduzione della canzone, appena accennata, ma ora riconoscibile.
Dopo una seconda strofa, in cui Joni si scaglia contro lo sfruttamento indiscriminato del territorio, nella terza l’amarezza prende il sopravvento:
Brilla il Natale fuori, sul prato di Carol
La compagna dei miei giochi d’infanzia
Ha figli quasi adulti e fuori casa
Cresciuti così in fretta, come il tempo di voltare una pagina
Adesso somigliamo alle nostre madri
Quando noi eravamo come questi ragazzi
Niente dura a lungo
E via con l’ultima citazione, stavolta di tutto il ritornello di Unchained Melody
Giù al caffè cinese sognavamo sulle nostre monetine
E cantavamo: ‘Oh amore mio, mio tesoro…’
Come sempre tentare di dare l’idea di una canzone senza ascoltarla è come guardare un quadro coperto da un telo. Bisogna ascoltarla, e questo senso invadente del tempo che passa vi colpirà inesorabile.
Il tempo va – dove va il tempo – chissà dove va…