Ritornerai - Bruno Lauzi
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Ritornerai - Bruno Lauzi
45 giri – retro "Fa’ come ti pare" – Novembre 1963
Era il tempo in cui la maggior parte delle canzoni uscivano sui 45 giri. Una da una parte e una dall’altra. In quel tempo sulla copertina dei 45 giri si scrivevano l’interprete, gli autori delle canzoni e talvolta anche il nome dell’arrangiatore-direttore d’orchestra. Sì, perché non sembra vero, ma in quel tempo, la musica si scriveva e si suonava per davvero. Il realizzatore di questo bell’arrangiamento orchestrale è Angel “Pocho” Gatti, jazzista di origine argentina, trasferitosi poi negli USA, dove lavorò con i più grandi (fra cui Sinatra), prima di trasferirsi per un decennio in Italia. E la ricca tessitura orchestrale serve ad accompagnare una delle voci più originali che la canzone italiana abbia mai visto, quella di Bruno Lauzi.
La storia è piuttosto ruvida, tutta imperniata su quella sola parola: Ritornerai. Il che lascia intendere che qualcuno se ne è andato. In realtà ‘qualcuna’: in buona sostanza lui è stato piantato. E la bellezza di questa canzone è nel film che lui si crea, immaginando che lei senz’altro ritornerà da lui:
e quando tu sarai con me ritroverai/ tutte le cose che tu non volevi vedere intorno a te. Duro e puro, lui è intenzionato a non cedere nemmeno di un’unghia. L’incedere marziale dell’orchestra, pur stemperato dagli archi, sottolinea la durezza dello sconfitto che non vuole convincersi di aver perso, anche se riconosce che si tratta di un’illusione: e scoprirai che nulla è cambiato/ che sono restato l’illuso di sempre. Scusate se insisto, ma che meraviglia sentire un arrangiamento come questo, studiato con maestria e non appiccicato meccanicamente. Le parole, poche, stentoree, pronunciate con vigore, emergono e convincono chi ascolta, che partecipa dell’illusione come se fosse sua: ti senti sola con la tua libertà/ ed è per questo che tu ritornerai, ritornerai... Non sappiamo, non sapremo mai se la signorina è tornata o no, ma resta il dramma di quest’uomo, figura solida, massiccia, che si staglia in un’attesa impossibile. Ho esagerato? Non credo, ascoltate la canzone e poi ne parliamo.