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Il Mistero Uomo - Edom 6 - Il racconto più religioso di Verne

Fonte:
CulturaCattolica.it

Un racconto “religioso”

Ma Edom nasconde altre sorprese. Non può non colpire il riferimento biblico nel titolo, così in contrasto con l’apparente ossequioso conformismo religioso (ma niente di più) dei testi verniani. Le testimonianze sul cattolicesimo di Jules Verne sono abbastanza concordi.
“Quanto al cattolicesimo dello scrittore, in verità era assai vago. Jean-Jules Verne (il nipote, n.d.r.) è ancor più categorico: “Ammesso pure che Jules Verne fosse un seguace del deismo e perfino cristiano, cattolico non lo era più anche se riteneva socialmente utile la religione cattolica. Vivendo in una famiglia e in un ambiente cattolici, non volle mai offendere nessuno”. (12)
“Jules parlava sempre con rispetto della religione in generale e della Chiesa in particolare, anche se di rado sembrava andare al di là di quello che gli imponeva il rispetto filiale. Da parte sua, l’editore Hetzel, fervido sostenitore dello Stato laico e repubblicano, era tutt’altro che religioso, ma conosceva l’importanza della religione per i suoi lettori. Era lui ad aggiungere tocchi di devozione ai racconti di Jules Verne”. (13)
Se è vero che un certo Adrian Marx nell’Introduzione all’edizione inglese de “Il Giro del mondo in ottanta giorni” definì Verne “bretone, cattolico e marinaio” (14), il cattolicesimo dello scrittore era piuttosto un ossequio alla morale cristiana, come si può evincere dalla sua seguente affermazione:
“Devo dire che mi sono sempre proposto di concepire e scrivere i miei romanzi in modo che possano essere letti da tutti i giovani, e di evitare scrupolosamente ogni episodio che un ragazzo potrebbe considerare non idoneo a essere letto da sua sorella”. (15)
Ma Edom ci apre prospettive nuove; esso può a ragione essere definito come il testo più “religioso” di Verne. Se leggiamo la storia alla sua superficie, i riferimenti religiosi, pur espliciti, non ci portano molto lontano.
Il dibattito tra due dei protagonisti del “messaggio in bottiglia”, il dottor Bathurst, fedele alla Bibbia e al suo messaggio di creazione dell’Uomo, e il dottor Moreno, che considera un’invenzione mitica la storia di Adamo ed Eva, e asserisce “che… non c’era nulla di blasfemo nel supporre che la Bibbia avesse voluto raffigurare in quel modo il soffio di vita introdotto dalla forza creatrice nel primo organismo cellulare, dal quale tutti gli altri erano derivati” sembra una delle consuete polemiche tra credenti e laicisti, ennesimo esempio di dialettica tra scienza e fede.
L’accettazione del darwinismo, qui già presentato nella sua forma più moderata, è ulteriormente attenuata da un’affermazione dello zartog Sofr: “Tra l’uomo e gli animali nessun collegamento sembrava possibile”. Anche il processo evolutivo formato mignon cui assistono stupiti i naufraghi della catastrofe planetaria (l’adattamento rapidissimo della vegetazione, il nascere di pesci volanti e di anfibi in pochi decenni) non prevede che l’Uomo faccia parte di questa evoluzione.
Tuttavia non è neppure previsto che l’Uomo (Adamo, Edem all’inglese, Edom, nelle tre diverse civilizzazioni succedutesi sulla faccia della Terra) faccia parte di un Disegno divino che comprenda l’Incarnazione e la Redenzione. Né vi è posto nel racconto per una “teologia delle catastrofi”, sviluppatasi in Europa a partire dal terremoto di Lisbona del 1° novembre 1755, o più recentemente, con il terribile “tsunami” del Natale 2004. Tutto sembrerebbe dar ragione a Louis Veuillot, direttore della rivista cattolica “L’Univers”, “che in una lettera diceva ad Hetzel di non aver letto i libri di Verne. Ma un suo amico li aveva letti e trovati deliziosi:
“salvo una mancanza che non rovina senz’altro nulla, ma che toglie bellezza a tutto e che lascia le meraviglie del mondo allo stato di enigmi. E’ il difetto delle sue pubblicazioni, per altro tanto lodevoli. Sono belle, ma inanimate. Manca qualcuno”. (16)

NOTE
12. Cit. in Ion Hobana, op. cit., pag. 180
13. Herbert R. Lottman, Jules Verne. Sognatore e profeta di fine millennio, Mondadori 1999, pagg. 142-143.
14. Id. Ibid. pag. 191
15. Marie A. Belloc, Jules Verne at home, Strand Magazine, febbraio 1895, cit. in I. Hobana, op. cit., pag. 128.
16. A. Parménie et a., Histoire d’un éditeur et de ses auteurs, pag. 489, in H. R. Lottman, op. cit., pagg. 142-3.

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