La ragione - “Ultimi riti” di C. Beaumont 1 - La macchina e l’Uomo
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Assieme a Rod Serling e a Richard Matheson, Charles Beaumont è stato, nei primi anni Sessanta del XX secolo, il magico confezionatore dei telefilm di “Ai confini della realtà” (Twilight Zone), una delle più famose serie di capolavori brevi della fantascienza e del fantastico. Morto in giovanissima età, Beaumont ha scritto anche alcuni racconti, tra cui questo “Ultimi riti”, pubblicato in Italia nell’antologia “Quasi umani” della Longanesi.
La storia ha come protagonista un sacerdote cattolico, Padre Courtney, che viene chiamato al capezzale di un suo anziano amico, George Donovan. Quest’ultimo, fedelissimo frequentatore della parrocchia, attivo operatore di iniziative sociali e di carità, vive da solo e da qualche tempo gelosamente isolato in casa. Mentre Padre Courtney cerca in tutti i modi di mettersi in contatto con un medico, George fa di tutto per impedirglielo, e comincia a raccontargli una strana storia. Il prete ricorda che ha conversato per anni con George di tutti gli argomenti possibili, dall’arte alla teologia, trovandolo sempre estremamente preparato e ricco di una cultura profondissima. Ma adesso la storia lo sorprende: George narra di un robot, una macchina, un ammasso di fili e di relais... che per un caso straordinario ha acquisito l’autocoscienza, la consapevolezza di sé. Unico tra tutti i suoi fratelli, è diventato “quasi umano”, un vero e proprio robot-mutante. Fuggito dal laboratorio e mescolatosi agli umani, questo robot è riuscito a nascondere la propria identità per circa un secolo. Ma ora sta morendo, i pezzi di cui è composto sono ormai usurati oltre ogni possibilità di riparazione. Il dialogo si fa serrato: da una parte George che prosegue con la sua lunga elucubrazione, dall’altra Padre Courtney che si chiede se il delirio abbia colto il suo amico.
“-Ma in tutto questo tempo lui ha pensato, Padre. Pensato e letto. Ha studiato attentamente filosofia e poi ha iniziato le sue ricerche nella teologia e nella letteratura metafisica. Cosa cercava? Non lo sapeva nemmeno lui. Comunque, di una cosa è sicuro, ora: è senza dubbio umano. Lo crede con estrema fermezza. Non è un fatto notevole?
- Lo è davvero, - mormorò il prete. - Continua...
- Ma ecco il vero paradosso. Non ha un organismo vivente, ma si preoccupa lo stesso della sua anima! Il problema è questo: visto che questa creatura ha vissuto per cento anni come un essere umano fra altri esseri umani, può nutrire qualche speranza di salire in Cielo? O morirà e diverrà soltanto un cumulo di rottami?
Padre Courtney balzò su dalla sedia e si allontanò dal letto.
- George, in nome del Signore, lasciami chiamare il dottor Ferguson.
- Rispondi prima alla mia domanda. O non hai deciso?
- Non c'è nulla da decidere, - disse il prete con impazienza. - È una domanda assurda. Una macchina non può avere un'anima.
Donovan sospirò a lungo. Disse quindi:
- Non credi possibile, allora, che Dio possa aver fatto in questo caso un'eccezione?
- Cosa intendi dire?
- Che abbia avuto pietà di questa nostra teorica creatura meccanica e abbia inspirato in lei un'anima. E’ poi tanto impossibile?...
Padre Courtney alzò le spalle.
-Ne sai quanto me sul cattolicesimo, George; dovresti sapere quanto assurda sia la tua proposizione.
- Sì, - mormorò Donovan tenendo gli occhi socchiusi.”
La storia volge verso il suo tragico finale.