“Cronache dal nuovo mondo” (a cura di R. Fontolan)
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Immaginate di essere un editore a cui propongono un romanzo: la vita di un prete che entra giovanissimo in seminario, e una volta ordinato sacerdote (siamo in Italia negli anni settanta) diventa contestatore della Chiesa e ammaliato dalle ideologie in voga finché trova quattro studenti che lo richiamano “…non è così che si cambia il mondo, lei dovrebbe insegnarcelo. Il mondo si cambia, il suo cuore cambia se incontra Cristo”.
Però è sempre insofferente, per giunta s’innamora di una bella vedova con tre figli e comincia a soffrire di depressione, ma a questo punto fa un incontro decisivo con un altro prete che lo tiene con sé offrendogli null’altro che la sua amicizia: il nostro “rinasce” e l’amico prete gli propone di andare missionario in Paraguay. “Ebbene, io ti mando in missione perché solo adesso mi sento sicuro di te. Parti.”
Anche qui trova un prete che gli sta vicino e dopo la fatica (anche fisica) degli inizi, prende vita tutta una serie di opere: case per orfani e ragazze madri, scuole lavoro, banco alimentare e una struttura per accogliere indigenti, malati terminali e di aids, cui si dedica giorno e notte.
E’ famoso in tutto il Paese: parlamentari e imprenditori lo vogliono conoscere (e finanziare), il capo di un movimento eversivo neofascista rifugiatosi in quel Paese minato da un male incurabile si converte e si accosta ai Sacramenti. Non è finita: vi ricordate la bella vedova? Ha intrapreso un cammino di vita consacrata e come lei due dei suoi figli ormai adulti.
Immaginate allora cosa direste allo scrittore: “Il genere senz’altro interessa però hai esagerato, taglia un po’di cose!”
Invece un libro così c’è e si intitola “Cronache dal nuovo mondo “ curato da Roberto Fontolan, edizioni San Paolo presentato al Meeting di Rimini. C’è perché quello strano prete con tutte le sue vicissitudini esiste davvero e si chiama padre Aldo Trento, bellunese classe 1947, cosi come è esistito don Giussani ovvero quel sacerdote che gli offrì l’amicizia cambiandogli la vita, esiste anche tutta quella infinità di opere ad Asunción nel Paraguay con cento dipendenti e centinaia di volontari.
E’ la testimonianza di un uomo libero che ha accettato, come sottolinea sempre parlando di sé, la sfida con la propria umanità “che non pensavo così drammatica e così dura “ perché e’ certo che Dio non lo lascia mai: “… anche nei momenti più duri… mi ha scelto e sono Suo. Un’altra crisi, per quanto grave possa essere, sarà per un’adesione più radicale a Cristo”.
Per finire (altrimenti si rischia di trascrivere tutto il libro) un fatto che stupisce, e ancora meraviglia padre Aldo stesso: proprio lui che quando soffriva di depressione aveva paura di impazzire e era terrorizzato dalla morte ora assiste quotidianamente malati mentali e moribondi!
Ecco le sue parole: “La maggior parte dei malati che arrivano qui non hanno, purtroppo, più nessuna possibilità di guarire, almeno dal punto di vista medico. Ma noi vogliamo comunque aiutare i pazienti a morire con dignità. La prima medicina che diamo a queste persone è l’amore. Io non ho paura di avvicinarmi ai malati di Aids, so che è il Signore che me lo chiede. Non ho paura di abbracciarli e baciarli. Ogni giorno vado a benedire i malati con il Santissimo. Lo poggio sul loro capo, chiedendo il miracolo della guarigione. Nella nostra clinica non ci sono crocifissi appesi alle pareti: per noi il malato che soffre coincide con il Cristo crocifisso.”
Padre Aldo fa parte della Fraternità sacerdotale dei missionari di San Carlo Borromeo, che nasce dal carisma del movimento di CL ed è caratterizzata dal duplice scopo della vita comune e della missione. Fondata nel 1985 da Massimo Camisasca conta un centinaio di sacerdoti presenti in 20 paesi del mondo.
Ha un sito: www.fscb.org.