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Scaglione, Paola - La mia voce e le Tue Parole (Claudio Chieffo)

Claudio Chieffo è il cantautore della mia giovinezza, "Forza compagni rovesciamo tutto" lo cantavamo con vero impeto, forse lo stesso di chi poi rovesciava i banchi e tirava i sampietrini, ma noi sapevamo che per rovesciare tutto, quello non era il modo giusto.
Quando finalmente, al matrimonio di una comune amica ho potuto incontrarlo e passare un pomeriggio a chiacchierare con lui è stato come scoprire che c'era una corrispondenza del cuore e non poteva che essere così, perché pur facendo nella vita cose diverse, quello che ci univa era una storia più grande di noi, era un incontro che aveva dato volto alla felicità, permettendoci di guardare ai nostri amici, alle persone che amiamo, come a coloro che ci rimandano a Cristo.
Questo libro è come riascoltare i propri ricordi, ma senza malinconia, senza rimpianti, perché sono i passi di un cammino, Chieffo racconta come è nata una canzone e chi legge vi riconosce un periodo della vita, un sentimento provato o un desiderio non ancora esaudito.
Ancora una volta grazie Claudio.

Lettere cattoliche, di Luca Doninelli (Il Giornale - 25 ottobre 2006)


Claudio Chieffo ovvero la ricchezza in parole povere


Ci vorrà ancora del tempo per poter valutare nella sua vastità e nella sua profondità l'influsso che le can­zoni di Claudio Chieffo hanno avuto su milioni e milioni di persone in tutto il mondo. Il suo nome è noto a chiunque abbia frequentato una parrocchia da ra­gazzo, le sue canzoni sono uno dei più formidabili sostegni per le celebrazioni liturgiche e, al tempo stesso, si inserisco­no nel grande solco della canzone d'auto­re italiana, proponendo riflessioni che, partendo da un punto particolare - l'amo­re per la moglie, una cattiva notizia, il fascino dell'amicizia, le vicende politiche - riescono sempre a toccare il cuore del dilemma umano, che è uno solo: o Dio c'è e si è fatto conoscere o, alla fine, trion­ferà il nulla.
Il bel libro di Paola Scaglione La mia voce e le Tue parole (Ares, pagg. 280, eu­ro 15) ripercorrendo, attraverso i titoli di alcune canzoni, la vita e l'opera di Clau­dio Chieffo, mostra con chiarezza come quel dilemma ricominci da capo ogni giorno. Sono certo che Chieffo non abbia mai scritto una sola canzone sapendo già chi avrebbe vinto e chi avrebbe per­so. Le sue parole sono parole povere ma piene di una poesia vera, che nomina le cose quando queste sono pronte per esse­re nominate.
Bello il testo della Scaglione, e bellissi­ma la raccolta dei testi delle canzoni, cia­scuna con una sua dedica - importante, perché ci permette di collocare la canzo­ne dentro la circostanza drammatica che l'ha fatta nascere.
La voce umana, quando è ben registra­ta, può arrivare nel canto dove i discorsi più sublimi non arrivano. Le parole e le melodie di Claudio Chieffo sono entrate in tanti cuori, fedeli e infedeli, docili e ri­belli. Ma il seme lasciato - per parafrasa­re una delle canzoni più belle di Chieffo - rimane. Tutti noi sappiamo quanto male può fare un solo uomo, non sempre pen­siamo alla quantità di bene che un solo uomo può fare.
L'opera di Claudio Chieffo è una sorta di devastazione di tenerezza, di semplici­tà, di rigore. Talora un po' risentita, la sua voce torna limpida l'istante dopo. Questo è il dono che Chieffo ha ricevuto. Io so che il mio debito verso di lui è gran­de, ma quanto sia grande lo saprò solo l'ultimo giorno. La Musica non si può mi­surare, né fuori né dentro di sé.