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La "battaglia" sulla Sindone

Fonte:
CulturaCattolica.it ©



Sul quotidiano “Avvenire” di Venerdì 16 gennaio 1998 (pag.17) vengo a scoprire di una dura presa di posizione dei “protestanti torinesi” rispetto all’ostensione della Sacra Sindone che avverrà a Torino dal 18 aprile al 14 giugno. Nella Sala Valdese del quartiere San Salvatore viene presentato un testo (frutto della Commissione Evangelica per l’Ecumenismo) in cui l’ostensione della Sindone sarebbe definita una “sfida al dialogo ecumenico e uno schiaffo alla scienza ridotta ancora una volta a livello di ancilla ecclesiae”. Ho usato il condizionale perché questo testo non sono ancora riuscito a leggerlo integralmente, ma solo attraverso articoli di giornale.
Nella stessa giornata è stato pure presentato un libro che si propone come “utile servizio di controinformazione” e che sostiene in modo molto articolato la stessa tesi espressa dal documento della Commissione Evangelica per l’Ecumenismo (Carlo Papini, Sindone - una sfida alla scienza e alla fede, Torino, 1998).
Ho letto interamente e con attenzione questo scritto di “controinformazione” e l’ho paragonato con le informazioni e i testi che dal 1978 - anno in cui ho visto per la prima volta dal “vivo” la Sindone - vado raccogliendo.
Ne è nato questo articolo che vi propongo come una semplice guida attraverso un campo minato, una zona di guerra nella quale non viene risparmiato alcun colpo. Questa è la mia impressione. Il lavoro credo possa essere utile per tutti coloro che non essendo esperti (o sedicenti tali) non accettano di porsi di fronte a ciò che la chiesa cattolica indica come “insigne reliquia legata al mistero della nostra Redenzione” (Giovanni Paolo II) solo a partire dal proprio stato d’animo positivo o negativo.

In realtà
La questione in gioco è il rapporto tra fede e ragione: infatti se si accetta un concetto di ragione “ristretto” (esiste solo ciò che io sono in grado di misurare) si corre il rischio di una spaccatura tra fede e ragione. La fede pretenderà dalla ragione “prove” per la propria esistenza: dai presunti risultati la fede accetterà di esistere o di non esistere o, peggio ancora, disgustata dalla presunta incapacità della ragione di rispondere alla propria pretesa, deciderà che può benissimo credere senza ragione (e siamo all’assurdo di tanti nostri ragazzi che “credono” o meno in Gesù con la stessa modalità in cui “credono” all’Uomo Ragno).
In realtà non è possibile la fede senza la ragione, intesa - la ragione - come l’unica capacità dell’uomo di mettersi di fronte alla totalità del reale senza censurare nulla. In particolare non può essere eliminata quella domanda radicale sul senso e sul significato della propria esistenza che è la natura stessa della ragione. Tutto ciò che facciamo è spinto dal desiderio di trovare risposta alla nostra esistenza, al nostro esistere come “natura razionale”: per questo amiamo e ci appassioniamo o ci deprimiamo, perché dotati di una ragione sconosciuta agli animali.
Il Concilio Vaticano II ha chiamato questo anelito proprio della ragione “senso religioso” (1): è la straordinaria capacità sintetica propria dell’uomo di penetrare nella realtà valutando tutto e non fermandosi prima di una risposta esaustiva. Il senso religioso è la capacità dell’uomo di scoprirsi bisognoso di una risposta adeguata alla grandezza del proprio cuore: ma ad una domanda infinita solo l’Infinito può essere adeguato.
Ma esiste questa risposta infinita?
Il luogo dove scovare tracce di questa possibile risposta è la REALTÀ.
Dunque la realtà è il luogo dove il Mistero - se lo vuole - può incontrarci.
La ragione ci è data perché questo possibile incontro avvenga nella libertà.
La ricerca della traccia della presenza del Mistero nella realtà è ciò che esalta al massimo la natura della ragione umana, perché possa incontrare, seguire ed amare ciò per cui è fatta.
E l’uomo diviene totalmente dipendente da ciò che identifica come risposta.
Oggi è il momento del “dio-nulla”. Si nega la possibilità della ragione di compiere il suo compito negando a priori che ci sia UNA risposta. La verità non esiste: questo è proposto come verità assoluta.
È la fine della ragione e dell’uomo.
C’è spazio solo per “fedi” irrazionali ed emotive. Così nascono i “fondamentalismi”.

La scansione di questo lavoro
Non ho intenzione di dimostrare che la Sindone è la traccia della presenza del Mistero.
La traccia attraverso cui Dio da duemila anni si può incontrare, seguire ed amare, verificando che non sia una isterica illusione, si chiama - per suo preciso comando - Chiesa.
La Sindone sta in un punto molto delicato perché si vuole giocare su di essa una presunta “credibilità” della Chiesa. È la “prova” che la Chiesa non sbaglia, per chi la difende; è la “prova” che la Chiesa sbaglia, per chi la osteggia. Il mirino è sulla Chiesa, non semplicemente sulla Sindone.
Il ragionamento è semplice: se la Chiesa Cattolica propone l’Ostensione di un falso mostra (finalmente - si dovrebbe dire -) che è falsa la sua pretesa “infallibilità”, anzi che è falsa essa stessa nel proporsi come “Corpo di Cristo”, come segno incontrabile del Divino.
“Le due prossime «ostensioni» sono uno schiaffo alla scienza: si torna a parlare di «sacra reliquia» come se fosse dimostrata un’età di 2000 anni! Dopo l’impegno solennemente assunto nel 1992 di rispettare l’autonomia della scienza - ed il «mea culpa» per la condanna di Galileo - per quali motivi la Chiesa di Papa Wojtyla lancia oggi una sfida di questa portata alla scienza e al cammino ecumenico di riconciliazione tra le chiese?” dice il testo di Papini nel retro di copertina del suo volume. La risposta è nel testo e l’ho riportata esplicitamente verso la fine di questo lavoro anche se non è molto difficile da immaginare.
La Chiesa Cattolica nella sua “pretesa” di essere la traccia incontrabile del Divino nella storia, è la vera questione.

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