Aleksandr Parusnikov, sacerdote ortodosso martire
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Il martire Aleksandr nasce nel 1879 nel villaggio Troickoe - Ramenskoe, governatorato di Mosca. Il padre di Aleksandr, pure lui sacerdote, aveva avuto dalla moglie Aleksandra tredici figli, il penultimo dei quali era Aleksandr. La mamma Aleksandra muore di tubercolosi all’età di 43 anni. La figlia maggiore Olga viene in aiuto a padre Sergij nell’educazione dei fratelli minori.
Aleksandr non ha intenzione di proseguire la tradizione paterna e quindi sceglie una scuola tecnica, ma nell’ultimo anno degli studi, quando già pensa ad una professione laica, il padre Sergij intende ritirarsi in pensione e propone al figlio di prepararsi a prendere il suo posto. Il figlio accetta, si sposa con Aleksandra che gli darà nove figli (tanto per seguire la tradizione paterna) e nel 1908 viene ordinato sacerdote e destinato alla parrocchia di Troickoe dove rimarrà fino alla sua morte gloriosa di martire.
Con l’avvento del potere sovietico, la vita della famiglia Parusnikov diventa particolarmente difficile tanto che la sopravvivenza è garantita da costanti interventi straordinari della Provvidenza. Eccone uno, fra i tanti: siamo alla vigilia di Natale; il padre si prepara per le funzioni della sera; è digiuno, ma la sua fame non gli fa problema; il guaio è che per la moglie e i figli in casa non è rimasto neppure un pezzo di pane … e domani è Natale. Non ha neppure il coraggio di salutare la moglie. Apre la porta e davanti a sé trova due sacchi. Uno di frumento e l’altro di patate: “Mamma, mamma, vieni a vedere”, grida padre Aleksandr alla moglie. Anche questo sarà un Natale di Pace.
Secondo una legge in vigore fino al 1936, chi apparteneva alla classe degli sfruttatori non aveva diritto di accedere alle botteghe di alimentari gestite dallo stato. Le famiglie dei sacerdoti appartenevano ipso facto alla classe degli sfruttatori. In più gli ‘sfruttatori del popolo’ godevano di una tassazione privilegiata che normalmente superava di dieci volte quella del popolo lavoratore. Per l’impossibilità di pagare le tasse allo sfruttatore padre Aleksandr viene requisita l’unica mucca che possedeva e che garantiva in gran parte la possibilità di sopravvivere. Nello stesso tempo viene privato di metà dell’appartamento per darlo ad un dirigente del partito, tanto i Parusnikov non erano poi molti (solo undici) Ma anche in questo caso la Provvidenza si rende visibile. Ogni giorno sul davanzale della finestra che guardava la strada, padre Aleksandr trova alcune bottiglie di latte ed una generosa porzione di pane. Nonostante tutta la sorveglianza messa in atto per scoprire chi fosse il donatore, non si seppe mai chi dover ringraziare. Anche a scuola i figli di padre Aleksandr venivano discriminati: al pranzo garantito a tutti gli scolari non potevano accedere. Ma il dolore più grande derivava dal disprezzo che gli insegnanti inculcavano verso i figli dei preti. Di fronte ad ogni increscioso imprevisto padre Aleksadr invita i familiari a recitare insieme un molieben (preghiera bizantina) di ringraziamento alla Madre di Dio. Anche quando la moglie gli dice che i compagni hanno espropriato la mucca, la sua reazione; “Dio ci ha dato, Dio ci ha tolto, sia benedetto il nome del Signore”.
Il 24 marzo 1938 padre Aleksandr viene arrestato. Dal carcere riesce di far avere ai familiari l’ultimo saluto: “Cari figli miei, vi bacio tutti e vi stringo al cuore forte, forte. Amatevi l’un l’altro. Abbiate rispetto dei più vecchi e cura per i più piccoli. Proteggete la mamma con tutte le vostre forze. Che Dio vi benedica. Cara Aleksandra, grazie per la felicità che mi hai dato, non piangere per me. Questa è la volontà di Dio. Mio caro Sergio (il figlio maggiore), addio, d’ora innanzi tu occuperai il mio posto. Ti prego di non abbandonare la mamma, i tuoi fratelli e le tue sorelle e Dio ti benedirà in tutte le tue imprese. Ho una nostalgia di voi fino a morire, ancora una volta, addio”.
Il 2 giugno 1938 padre Aleksandr Parusnikov è condannato alla pena capitale; fucilato il 27 giugno nel poligono di Butovo (Mosca) e ivi sepolto in fossa comune.
Nello stesso giorno al poligono di Butovo viene fucilato il diacono ortodosso Nikolaj Zapol’skij. Era nato nel 1889 nel villaggio Sivkovo, governatorato di Mosca.
Altri cristiani ortodossi della diocesi di Mosca fucilati a Butovo:
Vasilij Krylov sacerdote, n. nel 1889 a Assaruvo, fucilato il 1 luglio 1938;
Aleksandr Krutickij sacerdote n. 1898 a Saltykovo, fucilato il 14 giugno 1938.
Aleksandr Parusnikov, sacerdote ortodosso martire
1891 – 1937- Autore:
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Aleksandr Parusnikov nasce il 24 febbraio 1891 nel villaggio Aleshino, governatorato di Mosca. Suo padre Nikolaj era sacerdote, lo zio Ioann pure ed anche il fratello maggiore Nikolaj. Aleksandr, terminati gli studi di teologia, sposa Aleksandra, figlia del sacerdote Ioann Murav’ev e nel maggio del 1913 è ordinato sacerdote. Nel 1914 è destinato parroco nel villaggio Bol’shoe Ivanovskoe dove rimane per dieci anni Nel suo lavoro pastorale è coadiuvato con intelligenza e zelo dalla moglie Aleksandra che insegna nella scuola parrocchiale.
Con l’avvento del comunismo la vita famigliare, e non solo quella, si complica. Durante gli anni 1918–1919 padre Aleksandr deve periodicamente allontanarsi dalla famiglia, nel frattempo allietata da tre figli, per lavorare nelle retrovie dell’esercito rosso durante la guerra civile. Ad Aleksandra viene proibito l’insegnamento e, per completare il quadro, i coniugi Parusnikov, elementi socialmente pericolosi, sono esclusi dal diritto di voto e, praticamente, da tutti i diritti civili. Non vengono però esentati dal pagamento delle tasse esorbitanti che gravano sull’edificio della chiesa, ogni anno sempre più pesantemente.
Anche in questa situazione non del tutto facile, padre Aleksandr è dominato dalla passione missionaria e dallo zelo sacerdotale tanto da guadagnarsi la stima e l’affetto dei suoi parrocchiani, oltre che dei suoi superiori. Nell’anno 1924 è trasferito alla parrocchia di Kuz’minskoe con l’incarico di decano per tutta una zona dove la maggior parte delle parrocchie sono senza sacerdoti che il partito ha trasferito nei lager. Il compito quindi del decano non è più soltanto quello di presiedere alle adunanze dei sacerdoti, ma soprattutto di sostituirsi a loro. Padre Aleksandr non si lascia scoraggiare. Di giorno lavora in una parrocchia e di notte viaggia spesso a piedi per raggiungere un’altra parrocchia e riprendere il lavoro.
Lo zelo di padre Aleksandr, come era da immaginarsi, infastidisce “i compagni”. Nel dicembre 1929 viene arrestato e accusato, tanto per cambiare, di propaganda controrivoluzionaria. Se la cava con un mese di prigione. Fortunato, ma non a lungo. Il partito decide di sequestrare l’appartamento dove vive la famiglia Parusnikov che nel frattempo è stata allietata di altre tre figli. In tutto sono otto più un’anziana signora. Il partito tiene conto della situazione e, nella sua generosità, un locale, e precisamente la cucina, viene concessa in uso ai vecchi proprietari, i quali passano l’inverno in condizioni alquanto stringenti. Padre Aleksandr per sopravvivere è costretto a vendere l’unica mucca che possedeva (era stato accusato come kulak, ricco contadino indebitamente arricchito). Con l’avvicinarsi dell’estate la comunità parrocchiale riesce a trovare per la famiglia di padre Alekssand una sistemazione più respirabile.
L’anno 1937 è fatale anche per padre Aleksandr. Viene arrestato il 30 ottobre 1937. Due giorni prima era stato avvicinato dalla polizia segreta che gli propone di diventare informatore segreto. Padre Aleksandr rifiuta decisamente, consapevole di firmare con questa rinuncia la sua condanna a morte.
L’interrogatorio si protrae per solo due giorni. Le accuse sono le solite inventate dalla fantasia poco feconda del partito: propaganda controrivoluzionaria. Padre Aleksandr con poche e consapevolmente inutili parole si proclama innocenti e rifiuta di rispondere perché non intende compromettere nessuno.
Il 16 novembre 1937 Padre Aleksandr Parusnikov viene fucilato al poligono di Butovo vicino a Mosca e sepolto in fossa comune.
Altri fucilati al poligono di Butovo
- Pisarev Vladimir, n. 1881, sacerdote ortodosso, fucilato 16 novembre 1937
- Nikol’skij Varlaam, n. 1872, sacerdote ortodosso, fucilato 19 novembre 1937
- Rusinov Dimitrij, n. 1871, sacerdote ortodosso, fucilato 21 novembre 1937
- Nemeshaev Konstantin, n. 1879, sacerdote ortodosso, fucilato 21 novembre 1937
- Krymzin Ioasaf, n. 1880, monaco ortodosso, fucilato 2 dicembre 1937
- Mamontov Petr, n. 1880, monaco ortodosso, fucilato 2 dicembre 1937.