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Canzone dell’Ideale

Autore:
Scaglione, Paola
Parole e musica di Claudio Chieffo
agosto 1985
alla famiglia Riva e al Meeting di Rimini

Parsifal, Parsifal non ti fermare e lascia sempre che sia
la Voce unica dell’Ideale ad indicarti la via,
sarò con te, Io ti ho messo una mano sul cuore,
sempre con te, come un fuoco che dentro non muore.
Non fermarti alla corte delle anime nane
che ripetono i gesti e non sanno capire,
non salire al castello dei giovani giusti che adorano il sole:
è quel sole lo specchio di chi non si vuole vedere.
Parsifal, Parsifal devi lottare, devi cercare dov’è
il Punto Fermo tra le onde del mare e questa isola c’è,
sarò con te, Io ti ho messo una mano sul cuore,
sempre con te, come un fuoco che dentro non muore.
Io sapevo da sempre che avresti tradito
mille volte in un giorno e poi mille altre ancora,
ma i tuoi occhi che cercan son gli occhi di chi si sorprende ferito
e il mio braccio è più forte del male, più grande dell’ora…
Parsifal, Parsifal non ti fermare e lascia sempre che sia
la Voce unica dell’Ideale ad indicarti la via,
sarò con te, Io ti ho messo una mano sul cuore,
sempre con te, come un fuoco che dentro non muore.

Nella vocazione di Chieffo cantare è raccontare la vita, per questo non ricorre
a complicate architetture teoriche per dire di quel fuoco inestinguibile
capace di infondere coraggioso vigore ai passi di Parsifal e di fargli ri-
fiutare la tentazione di ridursi alle mezze misure: «È la mano di Dio che ti
impedisce di accontentarti, di sistemarti, di trovarti un posticino, un ruolo.
È la misericordia che si manifesta persino nella grazia di un tormento per
non sapersi adeguare alle categorie mentali di certe persone anche all’interno
della Chiesa, che sono quelle dei “giovani giusti che adorano il sole”,
“delle anime nane” che devono ridurre tutto alle proprie misure. Invece l’atteggiamento
giusto è quello di saper vedere che si è feriti e che c’è bisogno
di qualcuno che ci salvi. Parsifal combatte, tradisce tante volte, però conserva
il coraggio di non fingere di star bene, di guardare le proprie ferite».
E a chi non fa l’abitudine al proprio male si rivela tutta la pazienza di
un dono che incendia il cuore, che scardina il limite del tempo e dell’umana
miseria liberando nella dimensione dell’eternità il momento presente.
Che cos’è quel braccio «più forte del male, più grande dell’ora»
che sostiene Parsifal quando il peso dell’ennesimo tradimento sembrerebbe
schiacciarlo? Sono i giorni di Claudio a parlarne: «È una compagnia
stringente di Dio che ti permette di vedere anche nel dolore una grazia.
Una grazia dolorosa, piena di sangue, ma una grazia, per cui l’ultima
parola non è mai il sangue e il dolore, ma la grazia».

Claudio Chieffo in Paola Scaglione, La mia voce e le Tue Parole. Claudio Chieffo, una lunga storia di musica e poesia, Ares, Milano 2006, pp. 90-91