Sarajevo - Claudio Chieffo
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Sarajevo - Claudio Chieffo

Fonte:
Centro Culturale Rebora



Il dramma della guerra nella ex-Jugoslavia si è consumato sotto gli occhi di un mondo quasi del tutto inerte e impassibile. Lo spettacolo del campi di concentramento, delle stragi razziali della "pulizia etnica", di indicibili violenze contro donne e bambini, di esodi di popolazioni intere, di gente in cerca di pane uccisa dai cecchini tra i condomini delle città... tutto questo si è perpetuato per quattro anni mentre nel resto del mondo si discuteva e si guardava.
Questo atteggiamento di imperturbabilità è il modo con cui tutti normalmente ci difendiamo di fronte ad una realtà che ci provoca, ci anestetizziamo di fronte agli interrogativi più radicali che le circostanze o la coscienza razionale ci pongono. E' l'ideale stoico della atarassia, dell'indifferenza.

Claudio Chieffo in questa canzone grida l'irragionevolezza e la disumanità di tutta questa indifferenza. E non per giungere alla disperazione che coglie l'uomo quando guarda in faccia la realtà del proprio male e della propria miseria, ma per dare voce alla grande domanda che sgorga dal cuore umano rivolta al Mistero che fa tutte le cose: "Vieni... e illumina la strada, dimenticata, mostraci per cosa è fatto il nostro cuore".

Testo della canzone

Quante volte ancora dovrò guardare
gli occhi dei bambini di Sarajevo
prima che mi si strappi il velo intorno al cuore.

E da quanti maestri dovrò bussare
per trovare parole rassicuranti
che mi spieghino che il male lo fanno solo gli altri.

Ah come sarebbe meglio
che mi gettassi in mare
con una pietra al collo, pesante,
per non continuare a fare il male, il male.

L'ombra terribile di Caino
si è conficcata nel cervello
nessuno è più custode di suo fratello.

Vieni come un fulmine nella notte
e illumina la strada, dimenticata,
mostraci per cosa è fatto
il nostro cuore...!