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Temptation

Autore:
Scaglione, Paola
Parole e musica di Claudio Chieffo
novembre 2001
al poeta (vero poeta) Giovanni Nadiani

Trascina questo gioco da una vita
e, anche se cambia maschera ogni giorno,
lo riconosco sempre dallo sguardo:
lui non guarda negli occhi, guarda intorno.
Si insinua nei meandri della mente,
pratica i sotterranei del mio cuore,
ma vedo che si affanna inutilmente:
lui conosce la rabbia ed io il dolore…
Ma Tu sei un amico sincero,
se mi alzo o se mi siedo Tu lo sai,
Tu mi vuoi bene davvero,
io sto con Te che non mi lasci mai.
Nei giorni che mi sento solo e stanco
arriva il falso col suo ghigno storto,
siede commiserandomi al mio fianco,
non capisce che io non lo sopporto.
Ma Tu sei un amico sincero,
se mi alzo o se mi siedo Tu lo sai,
Tu mi vuoi bene davvero,
io sto con Te che non mi lasci mai.
Ogni volta che può mi invita a corte,
in mezzo a tanta gente eccezionale,
ma non mi piaccion quelle facce smorte:
che triste compagnia, che noia infernale!
Non voglio consegnarmi all’altra parte,
è inutile che lui rigiri in tondo,
sei Tu il mio Amico, il Re dell’Universo,
quello è soltanto il principe del mondo…
Tu sei un amico sincero,
se mi alzo o se mi siedo Tu lo sai,
Tu mi vuoi bene davvero,
io sto con Te che non mi lasci mai.

Quella di sentirsi soli e di lasciarsi andare è indiscutibilmente una tentazione diabolica. Emblematica la descrizione del volto e del serpeggiare del male che vorrebbe indurre alla disperazione la vita dell’uomo di Temptation: “Si insinua nei meandri della mente, / pratica i sotterranei del mio cuore, / ma vedo che si affanna inutilmente: / lui conosce la rabbia ed io il dolore…”. È un assalto subdolo, quello messo in atto dal demonio – “il falso col suo ghigno storto” – che ben conosce i punti di debolezza delle sue vittime: dal tentativo di indurre l’uomo all’autocommiserazione facendolo sentire solo a quello di portarlo a confidare soltanto nelle proprie capacità, con la tentazione di un successo da salotto televisivo: “Ogni volta che può mi invita a corte, / in mezzo a tanta gente eccezionale, / ma non mi piaccion quelle facce smorte: / che triste compagnia, che noia infernale!”. Probabilmente uno dei vertici musicali della produzione di Chieffo, questo brano racconta di lusinghe da cui nessuno è esente: «Temptation è una presa di distanza dal diavolo, che non nomino mai e che però so descrivere benissimo, perché le tentazioni le ho come tutti. La peggior tentazione è quella di non sperare e, quindi, di accontentarsi dei miti, degli idoli di questa società. Questa tentazione ti prende quando sei solo (non nel senso fisico, perché non è una compagnia fisica che salva) o, meglio, quando ti credi solo. La canzone non nomina mai il diavolo, lo definisce “lui” o “l’altra parte”, come lo chiamano gli ebrei. Però c’è un “Tu” – che è Dio – liberato dal ritornello: “Ma Tu sei un amico sincero, / se mi alzo o se mi siedo Tu lo sai, / Tu mi vuoi bene davvero, / io sto con Te che non mi lasci mai”». La presenza di un “amico sincero” a cui solo è ragionevole prestare fiducia e la decisione di non lasciarlo sono la risposta a ogni tentazione di perdere la speranza.

Claudio Chieffo in Paola Scaglione, La mia voce e le Tue Parole. Claudio Chieffo, una lunga storia di musica e poesia, Ares, Milano 2006, p. 132.