Martino e l’imperatore
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marzo 1976
a Martino Chieffo
Ti diranno che tuo padre era un personaggio strano,
un poeta fallito, un illuso di un cristiano;
ti diranno che tua madre era una sentimentale,
che pregava ancora Dio mentre si dovrebbe urlare…
Tu non credere mai all’imperatore,
anche se il suo nome è società, anche se si chiama onore,
anche se il suo nome è popolo, anche se si chiama amore.
Credi solo in nostro Padre,
che è venuto e che verrà
a portare la giustizia contro la malvagità.
No, non credere mai all’imperatore,
anche se il suo nome è società, anche se si chiama onore,
anche se il suo nome è popolo, anche se si chiama amore.
No, non credere alla scimmia e alla sua casualità,
tienti stretto alla mia mano, anche se non ci sarà.
4 marzo 2008
Quando Claudio Chieffo ha composto questa canzone il suo primogenito aveva solo un anno. Oggi, per la prima volta (ma ci sarà una prima volta nell’eternità?), Claudio festeggia il compleanno di Martino nell’abbraccio di quel Padre venuto “a portare la giustizia contro la malvagità”.
Di certo è una vicenda privata, ma è altrettanto certo che chiunque viva la gratitudine di sentirsi amato, accolto, svelato, condotto alla bellezza e alla verità dalle canzoni di Chieffo deve molto anche a Martino. Per il solo fatto di esistere quel bambino aveva aiutato il padre a comprendere pienamente quale sia la tenerezza dello sguardo di Dio su ognuno di noi. Quella amorevole tenerezza che Claudio ha cantato per tutta la vita e ci ha lasciato nel dono della sua musica, pegno di una bellezza che non sfiorisce.
Come accade per tutte le canzoni di Claudio - è il miracolo dell’arte vera, quella che il tempo rivela nel profondo - anche Martino e l’imperatore manifesta oggi più che mai tutta la forza di una fede solida e profetica. Persino chi abbia cantato e ascoltato infinite volte questo brano non può che riscoprire la grata sorpresa di sentirsi portato per mano dalla poesia e dall’amicizia di cui Claudio si è fatto tramite.
Anche noi, come il bimbo della canzone, conosciamo bene la menzogna dell’imperatore dai mille volti travestiti di modernità. E anche noi, come quel bimbo, sentiamo nella musica che Chieffo ci ha regalato la stretta sicura della sua mano.
E se l’attesa del compimento è attraversata dal dolore per l’assenza fisica di chi ci ha portati per mano al solo amore che dà senso e bellezza ai giorni dell’uomo, pure oggi sentiamo con certezza di poterci tenere stretti alla presa di quella mano.
Auguri, Martino!