La Russia ha dei nemici, e quali sono?
- Curatore:
- Fonte:
1. Serafin, vescovo ortodosso in Usa
La tenebra sta dentro di noi.
Il futuro dipende da una scelta personale. E tutto questo può essere detto anche della Russia, di qualsiasi altro paese. Per ogni uomo, come per la sua cultura nazionale, c’è sempre una possibilità di seguire un sentiero tenebroso. Il più grande, il più pericoloso, si può dire, l’unico vero pericolo per l’uomo, come per ogni nazione, è proprio questa strada che porta verso le tenebre. Proprio per questo succede che alcuni destini dei popoli possono essere più puri e più luminosi, mentre altri conducono alle tenebre. Si tratta di un mistero insondabile, ma indubbio, la scelta di una nazione dipende totalmente dalla scelta interiore di ogni rappresentante di questa nazione: l’errato cammino dell’uomo ha come conseguenza che, prima o poi, tutta la nazione s’incammini per una falsa via.
La scelta della giusta via, a livello spirituale, si esprime nel desiderio di preghiera, di comunione con Dio, in un desiderio di vita nella quale la realtà del Regno di Dio diventa visibile attraverso le opere dell’uomo. Penso che proprio in questo modo, attraverso il cristianesimo e i cristiani, la stessa cultura può essere risanata, santificata, liberata da ogni tenebra ostile all’uomo.
2. Dionisij Pozdnjaev, sacerdote ortodosso
La Russia deve servire la Chiesa
Quali nemici: politici? spirituali? esterni o interni? Naturalmente la domanda va rivolta anzitutto ai politici. Come sacerdote non intendo giudicare su questo settore che, non è di mia competenza; della politica parlano meglio i professionisti. Dirò soltanto di una cosa che negli ultimi tempi preoccupa i politici: capita sovente di sentire che ‘la Chiesa è utile alla Russia,’ e per questo i politici devono sostenerla per creare una società armonioso e fiorente. ‘La Chiesa deve servire la Russia’. Sembra che tutto sia giusto e ragionevole, ma solo al primo sguardo. Io penso che la Chiesa non debba nulla a nessuno. Meglio dire che la Russia deve servire la Chiesa, proprio in questo la Russia raggiunge lo scopo del suo essere. Se la Russia non intende servire la Chiesa non è in grado di attuare la sua missione superna. E tutte quelle forze, tutti quegli uomini che ostacolano l’idea che la Russia deve servire la Chiesa, sono nemici della Russia nel suo significato più alto, anche se possono considerarsi patrioti.
3. Vladimir Sorokin, sacerdote ortodosso, docente all’Accademia teologica di S. Pietroburgo
I principali nemici della Russia sono l’invidia e la pigrizia.
Io penso che i principali nemici della Russia siano l’invidia e la pigrizia. Il secolo XX ha dimostrato quello che può succedere in un paese quando esplode l’invidia. Che cosa è sostanzialmente la lotta di classe? L’esplosione dell’invidia, cui segue l’odio che poi diventa la spinta per fare la rivoluzione. La lotta di classe ha diviso le persone in vari gruppi, e anche oggi nella società notiamo una tensione sconvolgente.
Attualmente c’è un esplosione di invidia fra i vari settori della società. I ricchi cercano di sorpassarsi vicendevolmente e a questo scopo ricorrono perfino all’inganno e alla falsificazione. I poveri invidiano, non tanto il lusso, ma un comune benessere dell’uomo, quando già possiedi la casa. Il lavoro, la macchina.
La mescolanza diabolica dell’invidia con la pigrizia genera l’odio e la discordia. Io uso il trasporto pubblico e vedo che basta un piccolo errore, un piccolo movimento poco attento, basta a volte una parola perché da una scintilla si sprigioni una fiammata. La società si è elettrizzata. Siamo diventati intolleranti gli uni verso gli altri. Sotto il potere sovietico esisteva un’unica chiesa ortodossa. Oggi sono registrate 13 (!) chiese ortodosse. Dobbiamo far di tutto per osservare i dieci comandamenti. Uno di essi dice di non invidiare.
4. Maksim Pervozvanskij sacerdote ortodosso, redattore della rivista Naslednik (L’erede)
Il nostro nemico è la mancanza di unità.
Uno dei principali nemici della Russia è la mancanza di una coscienza storica integra, e di conseguenza di una normale idea nazionale. Esiste una disgregazione del popolo che si manifesta in molti segni, perfino all’interno della Chiesa ortodossa e fra i patrioti. Penso che questo dipenda dal fatto che ognuno giudica in modo diverso il cammino storico della nostra Patria. C’è la tendenza ad idealizzare uno dei periodi storici che può essere la Santa Russia – Terza Roma, il periodo pietroburghese oppure il periodo sovietico. Tutto il resto viene condannato, spesso in modo assai rude.
Naturalmente ci sono varie opinioni; questo è normale, ma fino a quando continueremo a chiamare nemici quelli che la pensano diversamente da noi, se odieremo Stalin, El’cin, lo zar Ivan il terribile, o qualsiasi altro, non riusciremo a far nulla di unitario e di ragionevole per la Russia. E allora saremo facilmente esca di nemici concreti, interessati alla debolezza della Russia. La maggior parte di questi sono semplicemente dei parassiti che cercano in un modo o nell’altro di far soldi nel nostro paese.. Ma ci sono anche dei nemici più pericolosi: e qui si può ricordare la risposta di Alessandro III alla domanda: ‘ha la Russia degli amici?’ “Non ha alcun amico, tranne la flotta e l’esercito”
Purtroppo il ritorno di alcuni a Dio, significa poco per il superamento della disgregazione. Come dimostra l’esperienza degli ultimi anni, essa non solo non scompare, ma si diffonde anche nell’ambiente dei credenti. Alcuni sono patrioti, altri sono liberali e via di seguito. I liberali pesano che l’Ortodossia non debba essere legata alla Russia storica, che il credente debba preoccuparsi della salvezza dell’anima e non della situazione del nostro paese in generale. Questa posizione mi è totalmente estranea. Come non posso sentire quando della Russia dicono “questo paese”; è come si volesse sputare in faccia della propria madre.
Io sono persuaso: perché ci siano meno nemici della Russia dobbiamo essere forti noi; e questo si può fare soltanto nell’unità e nella spiritualità a livello di tutto il popolo.
5. Igor’ Vyzhanov sacerdote ortodosso, segretario del dipartimento per le relazioni fra cristiani
Il nostro nemico è lo scetticismo nei confronti di noi stessi.
I nemici in Russia ci sono certamente, come esistono pure i nemici esterni, ma a me sembra che siano molto più pericolosi i nemici che stanno fra di noi. Basti ricordare che sia l’impero russo, come l’Unione Sovietica (indipendentemente dal nostro giudizio su di essi) subirono la disfatta per motivi interni che furono molto più determinanti di qualsiasi altra operazione esterna. Per questo mi sembra che si debba cercare il nemico interno. Uno di questi è lo scetticismo nei confronti di noi stessi. E’ difficile stabilire come sia successo, diciamo, prima della rivoluzione, ma oggi la nostra gente subisce un certo complesso di inferiorità nei confronti del proprio paese, del proprio popolo. Mi sembra che questo scetticismo sia un fattore fortemente distruttivo. Certamente la vita non è semplice, ma anche in altri paesi non è tutto liscio: se vai in altri paesi risulta chiaro il confronto: per esempio nei paesi dell’Europa orientale, la vita è molto più pesante. Ma oggi io vedo che la gente non ha fede nella propria forza e questo per un’infantile fiducia di quello che si dice all’estero!
Io penso che in Russia la vita materiale, presto o tardi, andrà bene, ma il benessere materiale non è una panacea! Lo posso giudicare guardando alla gente che conosco: anche quando le persone raggiungono un determinato tenore di vita, non di rado diventano come bambini incoscienti. Incominciano a credere a varie sciocchezze: le donne leggono riviste illustrate, gli uomini guardano la televisione e credono ad ogni parola…la storia è ciclica: noi riviviamo quello che è già passato e ciò che è più triste, ritorniamo ad usare vecchi rastrelli. Ma se vogliamo cambiare qualche cosa , lo possiamo fare solo con l’impegno, con il lavoro dell’anima di ogni persona.