"Perelandra" di C. S. Lewis 1 - Il secondo romanzo della Trilogia cosmica
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Il "sorn" si sporse. “Non sei di questo pianeta”, disse improvvisamente.
“No”, rispose Ransom e sedette. Era troppo stanco per spiegarsi.
“Credo che tu venga da Thulcandra, piccolo”, disse il "sorn".
“Perché?”, disse Ransom.
“Sei piccolo e grosso e appunto così devono essere fatti gli animali di un mondo più pesante. Non è possibile che tu venga da Glundandra, perché è un mondo tanto pesante che, se un animale potesse abitarlo, dovrebbe essere spianato come un piatto: persino tu, piccolo, ti romperesti mettendo un piede su quel mondo. Non credo che tu venga da Perelandra, perché deve esserci molto caldo: chi venisse di là non potrebbe vivere qui. In conclusione penso che tu venga da Thulcandra.”
“Il mondo da cui vengo è chiamato Terra da coloro che ci vivono”, disse Ransom. “Ed è più caldo di questo. Prima di entrare nella tua caverna ero quasi morto per il freddo e l'aria sottile.” (1)
Il “Campo di Arbol” (Sistema solare) ricostruito da C. S. Lewis per le sue avventure spaziali rinomina così i principali pianeti: Perelandra (Venere), Thulcandra (Terra), Malacandra (Marte), Glundandra (Giove).
Concluso nel 1938 il suo primo romanzo “Lontano dal pianeta silenzioso”, ambientato su Malacandra, Lewis proseguì la sua scommessa con J. R. R. Tolkien (scrivere entrambi una trilogia fantastica, l’uno ambientandola lontano nello spazio, l’altro lontano nel tempo) dando inizio alla seconda puntata della Trilogia cosmica: Perelandra. (2) Il romanzo sarebbe stato pubblicato nel 1943, al culmine della Seconda Guerra mondiale.
Il mistero di “The dark tower”
“Un quarto romanzo di questa serie, privo di un tema teologico, si dice esista in manoscritto” (3) Nel loro saggio Fantascienza. Storia – Scienza – Visione, R. Scholes ed E. S. Rabkin lanciano una provocazione cui vale la pena dedicare qualche attenzione. Proprio nel 1977 (anno della pubblicazione del saggio di Scholes e Rabkin) il curatore delle opere postume di Lewis, Walter Hooper, diede alle stampe un romanzo incompleto di una sessantina di pagine, attribuito a Lewis, “The dark tower” (and other stories) (inedito in italiano) (4). Hooper affermò di aver salvato il manoscritto da un falò che Warnie Lewis aveva acceso per bruciare vecchie carte del fratello. L’opera a suo parere doveva collocarsi cronologicamente dopo “Lontano dal pianeta silenzioso”, come seguito del primo romanzo. Si tratta di una storia di viaggi nel tempo e di universi paralleli, in cui il Dottor Ransom occupa una parte alquanto secondaria. Attorno alla paternità del manoscritto si è accesa una disputa che pare conclusa con l’attribuzione del testo allo stesso Lewis. Sta di fatto che il secondo romanzo della trilogia fu “Perelandra”. Ma l’indagine sul “quarto romanzo” apre scenari molto interessanti, sui quali varrà la pena di ritornare.
NOTE
1. C. S. LEWIS, Lontano dal pianeta silenzioso (Out of the Silent Planet, 1938), Mondadori Milano 1951, pagg. 123-124. Cfr. anche l’edizione Adelphi, 1992 (I). Cfr. E. LEONARDI, La trilogia spaziale di C. S. Lewis – Lontano dal pianeta silenzioso, in “Future Shock” n. 73, pp. 14-25.
2. C. S. LEWIS, Perelandra, Adelphi 1994.
3. R. SCHOLES – E. S. RABKIN, Fantascienza. Storia – Scienza – Visione, Pratiche Editrice, Parma 1979, pag. 66.
4. C. S. LEWIS, The Dark Tower and Other Stories. Ed. Walter Hooper, Collins London,1977.