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"Quell'orribile forza" 6 - Mammona e Moloch: il denaro e il potere

Fonte:
CulturaCattolica.it
Non esiste solo il malefico influsso del denaro, di Mammona, ma anche quello di Moloch, del Potere. Questo Potere, che si ammanta di scientificità per conseguire i propri scopi, esalta il collettivo, calpesta l’individuo, e impone la fede in una forza impersonale: natura, evoluzione, dialettica, razza.

La terza obiezione: la “democrazia” scientificamente pianificata
La terza obiezione è formulata così: “L’applicazione della scienza alle cose umane può soltanto portarci all’inferno”. Non a caso il prof. Haldane aggiunge a “Il vecchio caprone” (Satana) la sigla F. R. S., ossia Fellow of the Royal Society, membro della Società inglese per promuovere l’eccellenza scientifica. Come a dire: “Lewis arruola Satana tra gli scienziati”. Qui l’attacco è diretto contro “Quell’orribile forza”, dove i capi dell’INCE si vendono al diavolo per il potere. Lewis, che di diavoli se ne intendeva (aveva scritto le Lettere di Berlicche) ribatte anzitutto che non esiste solo il malefico influsso del denaro, di Mammona (Haldane faceva professione di comunismo marxista e quindi era sensibile alla lotta contro il capitalismo borghese), ma anche quello di Moloch, del Potere. Questo Potere, che si ammanta di scientificità per conseguire i propri scopi, esalta il collettivo, calpesta l’individuo, e impone la fede in una forza impersonale: natura, evoluzione, dialettica, razza. “Attenti a non sogghignare perché io parlo del diavolo” – sembra dire Lewis – “la sua azione è molto più subdola di quanto i suoi detrattori possano immaginare”. E rovescia così l’obiezione di Haldane: “Nelle condizioni moderne qualsiasi effettivo invito all’inferno apparirà certamente nella forma di piano scientifico”, come avvenne di fatto col regime hitleriano”. (15)

Lewis vs Olaf Stapledon
Sono ancora Scholes e Rabkin nel loro brillante capitolo dedicato a Lewis ad aprirci altre affascinanti piste di comprensione e di approfondimento: lo “scienziato cattivo” Weston assomma in sé i punti di vista di Hugo Gernsback (il fondatore della “scientifiction” negli USA, 1926) e di Olaf Stapledon: i due brani sopra riportati sono un’esemplificazione di tali punti di vista.
Olaf Stapledon, chi era costui? Oggi anche tra gli appassionati di SF il nome e l’opera di Stapledon (1886-1950) sono praticamente sconosciuti, ma “William Olaf Stapledon fu il più famoso scrittore di fantascienza in lingua inglese durante il periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale, e uno dei più influenti che mai scrissero in qualunque lingua… Il suo tema è pressappoco questo: l’universo non è un semplice ammasso di materia, ma materia modellata da qualche potere che è immateriale. Questo potere, o Spirito come usualmente lo chiama, sta dietro ogni grande impresa… Lo scopo dell’umanità nell’universo è di comprendere lo Spirito quanto più è possibile e di vivere in armonia con esso” (16). Le opere più importanti di Stapledon sono “Last and First Men” (“Infinito” nella versione italiana: una “storia futura” dell’umanità che si spinge fino a 2 miliardi di anni avvenire) e “Star Maker” (“Il costruttore di stelle”, un viaggio tra le galassie alla ricerca del Creatore). Lewis cita spesso Stapledon – esula da questo articolo un maggior approfondimento di questo importante scrittore e filosofo - nelle Introduzioni ai propri romanzi e in molti articoli, con reverenza e rispetto ma anche con netta presa di distanze. L’opera del nostro Autore tuttavia, come abbiamo più volte sostenuto nel corso di questa scorribanda nel suo mondo fantastico, travalica da ogni lato la pura polemica, e costituisce un monumento ancor oggi frequentato con grande frutto da innumerevoli lettori.

NOTE
15. C. S. LEWIS, “Una risposta al Professor Haldane”, in “Altri mondi”, Ed. Paoline 1969, pag. 133.
16. R. SCHOLES – E. S. RABKIN, Fantascienza. Storia – Scienza – Visione, Pratiche Editrice, Parma 1979, pp. 49-50.