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"Quell'orribile forza" 2 - La torre di Babele

Fonte:
CulturaCattolica.it
Il titolo originario è tratto da due versi di Sir David Lyndsay, poeta scozzese del XVI secolo, riportati in esergo nel romanzo stesso: “Di quell’orribile forza l’ombra/ per sei miglia e più s’allunga”(descrizione della Torre di Babele). Babele: l’immagine biblica dell’Hybris, della superbia contro Dio.

Un romanzo complesso: distopia ma non solo
Questo succinto riassunto, che potrebbe dare l’idea di una storia stravagante, a metà tra il racconto realistico, la fantascienza e il fantasy, è del tutto inadeguato a tratteggiare l’infinita varietà di situazioni e di rimandi del romanzo. Thomas Howard, che ha dedicato a “Quell’orribile forza” un finissimo saggio critico, sostiene che un commento dettagliato al terzo episodio della saga cosmica di Lewis potrebbe facilmente raggiungere il migliaio di pagine, perché “il racconto è più vicino nella sua struttura alla poesia o a un corteo storico di quanto non lo sia alla prosa che siamo abituati a incontrare nei romanzi”. (2) L’Autore non ha posto freni alla propria fluente narrazione, anche se in seguito, data la mole dell’opera, ha provveduto a predisporre una versione ridotta del testo, dal titolo “The tortured planet” (1946).
Quell’orribile forza, Il pianeta torturato: siamo con tutta evidenza nell’ambito delle distopie. Il titolo originario è tratto da due versi di Sir David Lyndsay, poeta scozzese del XVI secolo, riportati in esergo nel romanzo stesso: “Di quell’orribile forza l’ombra/ per sei miglia e più s’allunga”(descrizione della Torre di Babele). Babele: l’immagine biblica dell’Hybris, della superbia contro Dio. Ecco come si dispiega il progetto satanico dell’INCE, rivelato a Mark da Lord Feverstone e da altri capi:

«”Al momento, è la questione più importante: da quale parte si sta, dalla parte dell’oscurantismo o da quella dell’ordine. Sembra proprio che noi come specie avremo finalmente il potere di costruirci un futuro sbalorditivo, di controllare il nostro destino. Se veramente le si darà mano libera, la scienza potrà impadronirsi della razza umana e rimetterla in funzione rendendo l’uomo un animale veramente efficiente. Altrimenti. be’, sarà la nostra fine”… “L’uomo deve farsi carico dell’uomo, il che significa, tenga bene a mente, che certi uomini devono farsi carico di tutti gli altri – il che è un ulteriore motivo per trarne tutto il vantaggio possibile, appena si può. Lei e io vogliamo essere quelli che si fanno carico, non quelli di cui ci si fa carico, questo è chiaro”. “A cosa si riferisce in particolare?”. “Cose semplici e ovvie, tanto per cominciare. La sterilizzazione dei disabili, l’eliminazione delle razze arretrate (non vogliamo pesi morti), la riproduzione selettiva. Poi l’educazione vera, compresa l’educazione prenatale. La vera educazione infallibilmente trasforma chi la subisce in ciò che essa si prefigge, senza che il soggetto in questione o i suoi genitori possano farci nulla. Naturalmente si tratterà all’inizio di un influsso soprattutto psicologico, ma alla fine arriveremo al condizionamento biochimico e alla diretta manipolazione del cervello”». (pp. 53-56)
E ancora: «”Questo Istituto servirà a sconfiggere la morte o a sconfiggere la vita organica, se preferisce. È la stessa cosa. Servirà a trarre fuori dal bozzolo della vita organica che ha protetto l’infanzia della mente l’Uomo Nuovo, l’uomo che non morirà. L’uomo artificiale, indipendente dalla Natura. Le offriamo di diventare uno di noi. È l’inizio di un potere assoluto; vivrà per sempre”. “È l’inizio dell’Uomo Immortale e dell’Uomo Ubiquo” disse Straik “L’Uomo sul trono dell’universo: è questo il vero significato di tutte le profezie”». (pp. 234-235)

NOTE
2. THOMAS HOWARD, Quell’orribile forza: la Visone Miserifica, in Narnia e oltre. I romanzi di C. S. Lewis (Narnia and Beyond. A Guide to the Fiction of C. S. Lewis, 2006), Marietti 1820, Genova-Milano 2008, pag. 119.