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"Quell'orribile forza" 5 - La colonizzazione dei pianeti e il dialogo con A. Clarke

Fonte:
CulturaCattolica.it
"Una razza che si dedica a incrementare le proprie forze e la propria tecnologia con una completa indifferenza, mi sembra un cancro nell’universo".

L’altro obiettivo polemico di Lewis è l’eventuale progetto di colonizzazione di altri pianeti, soprattutto nell’ipotesi che siano abitati da creature intelligenti.
Questo aspetto apparentemente paradossale (la passione di Lewis per la SF, dove i viaggi interplanetari sono la norma, è documentata – oltre che dalla Trilogia spaziale - da una lunga serie di articoli, conferenze, riferimenti all’interno dei suoi testi) è stato approfondito da Michele Crudele in un acuto saggio critico sui rapporti tra Lewis e Arthur Clarke, eccelso scrittore di SF, noto soprattutto per 2001 Odissea nello spazio. Tra l’altro, Clarke affermava con ammirazione che “Lewis era autore di due delle poche opere di fantascienza spaziale classificabili come vera letteratura, riferendosi a Perelandra e Lontano dal pianeta silenzioso, due dei volumi della Trilogia di Ransom”.(12) Ecco che cosa ha scoperto Crudele:
“Nel 1943 Clarke aveva appena letto proprio “Perelandra” ed era rimasto colpito negativamente da queste frasi del romanzo di Lewis (quelle del cap. 6 di “Perelandra” citate sopra, N.d.r.).
Per questo, nel dicembre 1943 decise di scrivergli: «Vorrei esprimere il mio disaccordo, in certo modo violento, sul brano di “Perelandra” [...] L’intero paragrafo sembra essere una manifestazione di panico irrazionale ed emotivo piuttosto sorprendente dopo l’acuto approfondimento delle “Lettere di Berlicche” che, per inciso, mi sono piaciute moltissimo nonostante il fatto che non abbia mai provato simpatia verso la tradizione cristiana».
Lewis gli rispose subito, scrivendo tra l’altro, in riferimento a uno dei personaggi principali, un uomo diabolico che vuole conquistare Perelandra e gli altri pianeti per fini malvagi: «Ovviamente non penso che molti scienziati siano sempre dei Westons in erba: ma penso (un momento, io vivo in mezzo a scienziati!) che un punto di vista come quello di Weston si stia avvicinando [...]. Sono d’accordo che la Tecnologia è di per sé neutrale: ma una razza che si dedica a incrementare le proprie forze e la propria tecnologia con una completa indifferenza, mi sembra un cancro nell’universo».” (13)
Nella sua “Risposta al professor Haldane” Lewis cita scienziati “buoni” inseriti nei propri romanzi, a conferma di non essere ostile alla scienza; anche l’epitaffio funebre del pur temibile Weston, inciso da Ransom su una pietra di Perelandra, contiene in sé una certa reverenza, mescolata al netto giudizio e alla distanza spirituale:
“IN QUESTE CAVERNE FU ARSO/IL CORPO/DI/EDWARD ROLLES WESTON/DOTTO HNAU DEL MONDO CHIAMATO/DAI SUOI ABITATORI/TELLUS/MA DAGLI ELDILA THULCANDRA.
NACQUE QUANDO TELLUS AVEVA COMPIUTO/ MILLEOTTOCENTONOVANTASEI RIVOLUZIONI/ATTORNO AD ARBOL/DOPO CHE/MALELDIL,/CHE EGLI SIA BENEDETTO, ERA NATO COME HNAU SU THULCANDRA.
STUDIÒ LE PROPRIETÀ DEI CORPI E PER PRIMO TRA I TERRESTRI TRAVERSÒ/IL CIELO PROFONDO/GIUNGENDO SU MALACANDRA/E SU PERELANDRA DOVE CEDETTE VOLONTÀ E RAGIONE/ALL'ELDIL DISTORTO/MENTRE TELLUS COMPIVA/LA MILLENOVECENTOQUARANTADUESIMA/RIVOLUZIONE/DALLA NASCITA DI MALELDIL, CHE EGLI SIA BENEDETTO.”(14)


NOTE
12. MICHELE CRUDELE. C.S. Lewis e Arthur C. Clarke: un dialogo poco conosciuto in DISF, http://disf.org/editoriali/2011-07
13. Id. Ibid.
14. in C. S. LEWIS, Perelandra, Adelphi 1994, pp. 237-238.