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Abbiamo vinto e non era per nulla scontato

Fonte:
CulturaCattolica.it

Abbiamo vinto, noi e i laici, lasciatecelo dire: abbiamo vinto! Lasciateci esultare, perchè non era affatto scontato. Non si andava a votare su questioni di nicchia e di poco conto. L’argomento era coinvolgente e forte. Così del resto l’avevano presentato i promotori del referendum, buttando nella mischia malati da guarire, donne impossibilitate ad avere figli, coppie con figli talassemici che avevano il “diritto” ad un fratello sano, e via con questo tipo di repertorio. In più, tutti i grandi giornali si erano schierati. Per non dire di attrici, soubrette televisive, cantanti e di molti cosiddetti “opinion leaders”. E la Rita Levi Montalcini seguita da altri premi Nobel erano anche scesi pesantemente in campo (se lo dicono loro, che sono autorità assolute...). E poi Pannella e Capezzone, e insomma tutta la banda Bassotti radicale, aveva giocato il jolly dell’anticlericalismo, delle tenebre contro la luce della scienza, di Torquemada contro Galilei: tutta roba che fa sempre molto effetto. E non dimentichiamo che ci si era mossa tutta la chiesa di sinistra, CGIL compresa, a combattere quella che veniva definita come una battaglia di civiltà, una vera e propria kulturcampf. Il copione che si doveva recitare è stato questo. Il solito. Quello che a suo tempo fu recitato per la legge sull’aborto. La vittoria dell’astensionismo risulta allora tanto più grande e gloriosa, perchè non era affatto facile e perché è arrivata resistendo alle molte sirene che cantavano. E’ una vittoria dei cattolici, certo, i quali hanno partecipato più di altri a questo referendum, pur non andando a votare. Ovunque nel mondo cattolico si è discusso, ci si è formati ed informati. E soprattutto si è ritrovata un’unità formidabile. Ci si è ritrovati insieme, si è collaborato. Ma non enfatizzerei troppo il peso della Chiesa. Non è forse vero che solo il 20% degli italiani sono cattolici praticanti? E non è forse vero (lo si dice continuamente) che tra i cattolici molti hanno difficoltà a seguire la Gerarchia soprattutto in materia di prescrizioni morali? Senza contare che abbiamo avuto cattolici, preti e forse anche qualche vescovo per la partecipazione ai referendum, o addirittura per il sì. E, miracolo: si è fatto più stretto il dialogo tra cattolici e laici, certi laici. I Ferrara, i Rutelli, i Pera, lo stesso prof. Angelo Vescovi, le Fallaci (bellissimo il suo pezzo!), solo per citarne alcuni, hanno dimostrato che tra cattolici e laici il dialogo è possibile quando si ragiona insieme alla ricerca del bene, e che i presunti steccati cadono. Non si può più parlare di stato laico contro stato confessionale: è roba vecchia, roba passata. Bisogna ragionare di uno stato da costruire insieme, identificando dei presupposti irrinunciabili. In realtà ha vinto la ragione, ha vinto il buon senso, ha vinto un’idea che è evidentemente di moltissimi: la scienza non può e non deve “fare tutto” e specialmente non può giocare con la vita, con la vita dell’uomo. La scienza ha bisogno di limiti, e ben venga una legge che le mette dei paletti. Forse (ma qui sono un po’ più pessimista) è passato anche il concetto che la mia realizzazione, il mio bene, non può accamparsi egoisticamente contro la vita di un altro. I referendari hanno perso. Inequivocabilmente. Si sono arrampicati sugli specchi per mesi, hanno propalato vere e proprie bugie, hanno ragionato per slogan. Hanno giocato scorrettamente (loro sì), bocciando subito, senza nemmeno due o tre anni di sperimentazione, una legge votata legittimamente dal Parlamento, a maggioranza trasversale. Hanno giocato sporco, senza nemmeno un po’ di dignità, accusando chi aveva scelto l’astensione, loro che quella scelta l’avevano già fatta in passato. Certi politici (Fini inclusissimo) hanno fatto veramente la figura dei peracottari. Gli italiani non l’hanno ingoiata, hanno ragionato con la loro testa. Abbiamo vinto e godiamocela questa vittoria. Coscienti però che domani si ricomincia, perchè il business della tecnoscienza, mescolato alla mentalità eugenetica galoppante, sta già cercando altre strade e di certo non si rassegnerà. E del resto, come cattolici, ricordiamoci che abbiamo solo guadagnato il male minore. La battaglia culturale continua,o meglio, è appena iniziata.