La fecondazione eterologa
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Il depistaggio mediatico fa credere al grande pubblico che l'unico problema della Fiv consista nella maggior o minor moralità di quella omologa (che utilizza gameti della coppia) rispetto a quella eterologa (che utilizza gameti di donatori esterni alla coppia). Come si è visto tutta la Fiv ha valenze estremamente negative. L'eterologa, in più rispetto all'omologa, porta con sé necessariamente le banche del seme (con la conseguente creazione di fratellastri e sorellastre che non sanno di essere tali, perché figli dello stesso donatore o donatrice), la crioconservazione e grossi problemi psicologici per l'eventuale nato. Scriveva Alessandro Cè: "noi crediamo che il bambino abbia un diritto naturale inviolabile, che gli può essere solo riconosciuto, e mai tolto, di avere un'identità certa, un unico padre e un'unica madre, una coincidenza tra padre genetico e padre affettivo, tra madre genetica e madre affettiva: nessuna legge può togliere questo diritto inviolabile. Sappiamo anche che da un punto di vista psicologico nella fase adolescenziale tutti noi cerchiamo di dare una configurazione alla nostra identità, che è fatta di fattori affettivi, ambientali e di fattori genetici: abbiamo bisogno di scoprire in chi ci sta vicino la nostra genetica. Se non abbiamo questo riscontro positivo incominciamo ad avere dei dubbi: dobbiamo avere la possibilità di risolvere questi dubbi.
Con l'eterologa creeremmo una lastra di ghiaccio, di vetro, un muro insormontabile, rispetto alla possibilità dell'individuo di risalire alla propria costruzione psicologica, che ha come nucleo sempre e comunque anche la genetica. Sappiamo bene che l'assenza di identità porta spesso a delle sindromi di tipo schizoide o schizofrenico, per cui anche da un punto di vista medico una situazione di questo tipo potrebbe portare ad un accentuarsi di queste patologie. La conferma la abbiamo avuta dal passo indietro che aveva fatto anche la Svezia, che era stata un po' un'apri-pista per quanto riguarda la concessione di utilizzare metodi di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo. Dopo anni che era stata introdotta questa possibilità, si sono evidenziate sempre più spesso le difficoltà che tanti ragazzi nati da questi metodi affrontavano: questi ragazzi spesso lasciavano la famiglia, perché logicamente non è neanche facile, capite bene, tenere nascosto in assoluto a questi ragazzi le modalità attraverso le quali sono venuti al mondo. In ogni caso i dubbi che alcune volte spontaneamente sono sorti in questi ragazzi li portavano a domandare ai loro genitori perché, ad esempio, avevano alcune caratteristiche che non riuscivano a riscontrare nei genitori. Questi bambini se ne andavano di casa. Allora la Svezia cosa ha fatto? Ha introdotto la certezza che il bambino potesse risalire sempre e comunque alla propria identità genetica. Questo da un lato ha fatto diminuire enormemente i soggetti donatori, logicamente; dall'altro ha scoraggiato completamente il ricorso a queste tecniche di procreazione. Per cui la Svezia, che si indica sempre come una antesignana, un modello da emulare, è partita in una direzione e già oggi è tornata completamente indietro, al punto che oggi l'eterologa in Svezia non si fa quasi più.
Inoltre i rischi per quanto riguarda l'equilibrio all'interno della famiglia sono rischi considerevoli, anche perché spesso si è verificata quella che si chiama la «sindrome del terzo escluso»: specie quando il donatore è uomo esterno alla coppia si creano poi delle incomunicabilità interne alla coppia stessa, si crea un legame privilegiato tra la donna e il bambino che tende un po' ad escludere l'uomo. Questa non è la regola, logicamente, ma è l'esperienza che si è potuta avere nei paesi nei quali si è applicata la fecondazione eterologa. Ci sono poi anche problemi di ordine costituzionale, perché effettivamante l'art. 29 della nostra Costituzione dice che i genitori devono istruire, educare, mantenere i figli. E' anche difficile pensare che la paternità genetica possa essere cancellata di punto in bianco con una legge. C'è una costituzione che parla chiaro.
Sempre per quanto riguarda la doppia identità: mentre nell'uomo la doppia identità potrebbe essere il padre genetico e il padre affettivo, nella donna addirittura, si è già verificato in alcuni paesi, ci sono maternità di tipo genetico (donatrice), di tipo affettivo (adottante) e di tipo gestazionale (utero in affitto), cioè situazioni di tipo veramente al limite dell'incredibile. Di un bambino che ha due padri e tre madri. E poi alcune volte non se ne ritrova neanche uno, perché sono successi già casi in America nei quali per screzi familiari questo bambino non lo si vuole più: è tipico il disconoscimento da parte del genitore solo affettivo e non biologico, che sente il figlio, fondamentalmente, come un estraneo.