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Fecondazione artificiale senza rischi?

Fonte:
CulturaCattolica.it



Si ritorna spesso a parlare di fecondazione artificiale, a volte senza sapere esattamente di che cosa si stia parlando. Vale la pena chiarire alcuni punti che riguardano questa tecnica per poi poterla giudicare avendo presente più elementi possibili.
Una delle domande fondamentali da porsi è: esistono rischi per i bambini concepiti in provetta?
Alcuni studi su larghe popolazioni di bambini concepiti in provetta sono stati pubblicati negli ultimi anni, e le conclusioni non sono molto rassicuranti: bambini con basso peso alla nascita sono a rischio per disabilità e morte e l’uso della FIV porta un aumento del numero di bimbi con basso peso alla nascita perché associato ad un alto tasso di gemellarità, vari studi dimostrano che ci sono più bambini con basso peso alla nascita rispetto alle gravidanze normali (NEJM 2002). I bambini nati da FIV hanno un aumentato rischio di sviluppare problemi cerebrali, in particolare paralisi cerebrale (Lancet 2002). I bimbi concepiti con FIV o ICSI (Intracytoplasmatic Sperm Injection) hanno il doppio rischio di avere un difetto maggiore alla nascita, rispetto alla popolazione generale (NEJM 2002). Il rischio di avere un figlio con un handicap è circa l’11% dopo FIV rispetto al 5 % dopo concepimento naturale (Eur J Pediatr 2003).
La grande multiparità è uno dei rischi della FIV e può provocare nascita prematura (Acta Pediatr 2002). Normalmente la plurigemellarità e la prematurità sono un grosso rischio per la salute del bambino e della mamma, nonostante a volte vengano sbandierate dai servizi televisivi come una grande conquista senza problemi…
Un recente analisi condotta su 25 grossi studi ha concluso che le gravidanze singole generate da FIV hanno un esito perinatale significativamente peggiore rispetto alle normali, pur mostrando anche che la mortalità perinatale è circa il 40% più bassa nelle gemellari insorte da FIV rispetto alle normali (BMJ 2004).
Da punto di vista psicologico alcuni studi hanno evidenziato la comparsa della cosiddetta sindrome del “sopravvissuto” per molti bambini nati da FIV: è una sindrome che è stata riscontrata per le prime volte tra i sopravvissuti dai campi di concentramento che si manifesta con senso di colpa (“altri sono morti per farmi vivere”) e senso di onnipotenza (“io ce l’ho fatta perché sono indistruttibile”). Il pensiero da cui nasce questa sindrome nel bambino è che i suoi genitori lo hanno desiderato al punto di sacrificare altri bambini per la sua venuta; oppure si sente onnipotente perché è stato scelto fin dall’inizio rispetto ad altri bambini.
E’ bene analizzare e approfondire tutte le problematiche che stanno dietro a una questione, in particolare così delicata come quella che riguarda la vita umana, prima di poterla giudicare ed esprimere un proprio parere.