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Avanti popolo

Fonte:
CulturaCattolica.it

Ha vinto il popolo.
Quel popolo troppo spesso incompreso e bistrattato, usato e inascoltato.
Siamo contenti, abbiamo vinto, ma non era questo lo scopo principale del nostro lavoro: era la difesa della vita dall’inizio alla fine. Per questo siamo contenti; ma non finisce qui, c’è un lavoro culturale che continua, questi referendum sono stati un segno e un’indicazione per tutti.
Siamo contenti del risultato, ci divertono i commenti dei politici che erano a favore del “SÌ”, i loro giri di parole per far ricadere le colpe della sconfitta sulla gente, su quel popolo che quando non ti da ragione è “bue”, mentre quando la pensa come te è democratico e maturo.

Qui bisogna ricominciare ad educare, a parlare al cuore di quel popolo che non si è lasciato abbindolare né dai luminari della scienza che promettevano miracolose guarigioni, né dai politici, dai parolai e da tutti quanti cercavano di spacciare per progresso e per vittoria delle donne, l’abolizione di una legge che avrebbe solo reso più ricchi i centri d’inseminazione artificiale, le cliniche e le case farmaceutiche e chi non vedeva l’ora di mettere le mani sui brevetti per i pezzi di ricambio umani.
Non dimentichiamo che la procreazione assistita in Italia ha un giro d’affari milionario, che parte dalle 25 mila coppie sterili, passa nei centri privati e alimenta i ricavi delle case farmaceutiche, il tutto coperto dal Ssn.

Non sono serviti gli appelli delle belle donne, né dei professori da 300 euro a visita, ha vinto la gente.
Lasciate pure che Prodi, Fini, Bindi, Prestigiacomo, Fassino e compagnia cantante, attribuiscano la colpa all’ignoranza della gente, alla disinformazione, alle televisioni (ma avete assistito ai catechismi di Costanzo, mattina dopo mattina a favore del SÌ?): dimostrano solo di non avere capito nulla, la gente non è disposta a mettere nelle mani della scienza il potere di dare la vita e la morte.
Lasciate che dicano, peggio per loro, non hanno compreso che c’è un popolo che i politici hanno perso di vista, non è stato raggiunto il quorum nemmeno nella rossa Emilia e nemmeno in Toscana (a parte un piccolo paese che ha vinto la medaglia rossa), qualcosa vorrà dire.

L’unico che ha guardato in faccia la realtà e bisogna dargliene atto è stato Capezzone: “Abbiamo perso”, è lo stesso che aveva detto: “La stragrande maggioranza degli italiani non vuole questa legge”, e la stragrande maggioranza degli italiani ha dimostrato che aveva torto.

Non si può usare la gente, non si possono strumentalizzare le masse, che sono buone se sfilano al tuo fianco e diventano ottuse se non vanno a votare al referendum.

La legge 40 non sarà abolita per voto popolare, va applicata e valutata con serenità.
Ognuno torni a casa con la coda fra le gambe o con le braccia alzate in senso di vittoria.
Noi, noi continuiamo da dove siamo, a vivere ed a educare, a guardare la realtà nella sua interezza a non farci guidare dal sentimentalismo, a chiamare le cose con il loro nome, un embrione è un uomo a divenire non un ammasso di cellule.

Questa campagna referendaria ha messo fianco a fianco laici e cattolici, dimostrando che quando la ragione sta di fronte alla realtà con lo sguardo privo di pregiudizio non può che vedere il vero, per questo continueremo a lavorare perché la gente possa riappropriarsi di quelle radici che il liberismo travestito da libertà ci sta occultando.