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In margine ai Referendum sulla legge 40

Fonte:
CulturaCattolica.it ©
Tutti ne parlano, ma la ragione da che parte sta?
Sulla vita non si vota



I quesiti referendari di abrogazione parziale della legge 40 che regolamenta la fecondazione artificiale sono stati dichiarati ammissibili dalla Corte Costituzionale. Il quesito che chiedeva di abrogare l’intera legge invece non è stato dichiarato ammissibile, e ciò ha creato grande scalpore tra i promotori: indignazione puramente artefatta, perché chi conosce la legge italiana sa che non si può creare un vuoto legislativo. Quando si abroga una legge, torna in vigore la legge precedentemente applicata rispetto a una certa materia. Per il caso della fecondazione artificiale, prima della legge 40 non era prevista nessuna norma, quindi abrogando tale legge non si potrebbe applicare la precedente e si creerebbe appunto un vuoto. E questo non è possibile, perché se il parlamento ha ritenuto che ci fosse la necessità di regolamentare la fecondazione artificiale, una qualche regolamentazione deve pur essere mantenuta. E’ una questione di ragione.

Vediamo invece in dettaglio i quesiti dichiarati ammissibili, e se quello che se ne dice in televisione o sui giornali è altrettanto ragionevole.

1) Si propone l’abrogazione degli articoli della legge che riguardano la salute della donna in caso di sterilità o infertilità. Ovvero sostanzialmente l’abrogazione del divieto di creare in vitro più di tre embrioni.
“…se vincessero i sì aumenterebbero le probabilità di successo delle tecniche di fecondazione assistita”. “Si potrebbe far nascere i bambini, garantire la libertà di scelta e la salute delle madri, diminuire i disagi personali e i costi e consentire una possibile soluzione alla trasmissione di malattie ereditarie”

Falso. E’ ormai dimostrato che l’impianto di oltre tre embrioni non aumenta la percentuale di successo, anzi sembra in alcuni studi che la diminuisca; ormai la tendenza è quella di trasferire il minor numero possibile di embrioni, alcuni ricercatori stanno provando addirittura con un solo embrione. Inoltre la probabilità di gravidanze gemellari o trigemellari è aumentata, con rischio per le madri e per i bambini, che nascono quasi sempre prematuri e con patologie maggiori.

2) Si propone l’abrogazione degli articoli della legge che vietano il ricorso a tecniche di fecondazione eterologa.
“...se vincessero i sì si potrebbero curare casi gravi di sterilità, prevenire e curare malattie ereditarie”.

Anche questa affermazione è poco comprensibile. Innanzitutto la sterilità non si “cura” con la fecondazione in vitro, è un modo di raggirarla, di passare oltre, ma non è una cura. E d’altra parte si possono creare bimbi in cui l’ovulo è stato regalato dalla sorella della donna, lo spermatozoo è stato preso in una banca del seme, l’utero è stato preso in affitto dalla madre della donna: ma alla fine di tutto, questi bimbi sono figli di chi? Forse non avranno malattie genetiche… e non si può neanche assicurarlo… ma quale identità avranno?

3) Si propone l’abrogazione degli articoli della legge che limitano la libertà di ricerca scientifica sull’embrione, per consentire nuove cure per malattie come Alzheimer, Parkinson, sclerosi, diabete, cardiopatie e tumori.
“…se vincessero i sì, si potrebbero studiare terapie per molte malattie”.

E’ la solita storia del non voler riconoscere l’embrione come essere umano; è evidente che dal momento dell’unione dei due gameti (cellula uovo femminile e spermatozoo maschile) nasce lo zigote con un patrimonio genetico a sé stante, che continua uno sviluppo progressivo senza interruzione fino alla fine della gestazione, successivamente per tutta la vita fino alla morte dell’individuo. Per studiare nuovi approcci terapeutici riguardo alle malattie sopra citate si stanno già utilizzando cellule staminali prelevate da cordone ombelicale o da adulto, e questa è una via che si sta percorrendo in vari laboratori di ricerca. Mentre non è ragionevolmente ammissibile che per cercare di curare (magari senza nemmeno riuscirci) un uomo si debba sacrificarne molti altri che hanno la stessa dignità e lo stesso diritto di vivere la loro vita.

4) Si propone l’abrogazione dell’articolo 1 della legge relativo alla tutela dei diritti dell’embrione.
“...se vincessero i sì i diritti della persona prevarrebbero su quelli dell’embrione”.

Ma cosa vuol dire questa affermazione? Ritorniamo al discorso di prima riguardo a che cosa si vuole sia questo caro embrione. Ricordiamoci che ognuno di noi è stato per forza di cose embrione a suo tempo, ed embrione umano, non è stato l’embrione di un armadillo o di un maialino che magicamente si è trasformato in uomo non si sa bene quando e come… Il vero problema è che in Italia abbiamo due leggi che affermano due posizioni opposte: l’embrione è più tutelato del feto, che può essere abortito con modalità legalmente riconosciuta; allora o è sbagliata questa legge, o è sbagliata l’altra, e va da sé che coloro che sostengono che l’embrione non ha diritti sono gli stessi che sostengono che il feto non ha diritti, per cui questa legge è scomoda perché in un certo senso rimette in discussione la 194.